Mps, il 18 ottobre la risposta del Cda al piano di salvataggio di Passera

Arriva il piano alternativo di Corrado Passera per Siena. Nel consiglio di amministrazione dell’altro ieri di Mps, che doveva dare aggiornamenti sull’aumento di capitale e confermare i requisiti di onorabilita’ dell’amministratore delegato Marco Morelli, e’ spuntata infatti a sorpresa una lettera dell’ex capoazienda di Intesa Sanpaolo ed ex-ministro. Passera da tempo sta cercando una via alternativa all’aumento di capitale proposto da Jp Morgan e Mediobanca. Gia’ prima dell’estate, quando alla guida di Mps c’era Fabrizio Viola, Passera aveva presentato una bozza di offerta garantita dalla banca d’affari svizzera Ubs: proposta rifiutata dal Cda di Mps, in quanto era gia’ stato ratificato il piano targato Jp Morgan e Mediobanca.
Ma ora il manager torna all’attacco. L’obiettivo di Passera sarebbe quello di evitare un aumento di capitale (o almeno un’iniezione di dimensioni importanti) grazie all’ingresso come investitori di un gruppo di private equiy. Da qualche tempo si parla infatti dell’interesse di fondi come gli americani Warburg Pincus e Atlas, anche se non e’ dato sapere se nella lettera presentata l’altro ieri i nomi dei fondi siano gli stessi indicati a inizio settembre o se siano invece cambiati. Per ora il Cda di Mps avrebbe preso atto della lettera e incaricato i suoi advisor (Lazard) di incontrare in questi giorni gli advisor di Passera, fra cui lo studio legale Cleary Gottlieb e una boutique finanziaria.
La risposta del Cda di Mps e’ prevista per il prossimo martedi 18 ottobre.
Resta da capire se Passera riuscira’ nei suoi intenti, anche perche’ il piano di Jp Morgan e Mediobanca e’ cambiato parecchio da quello originario: con la diminuzione dell’aumento a 1,5 miliardi (dai 5 miliardi previsti), con la conversione dei bond subordinati in mano agli istituzionali (e se non bastasse anche quelli retail) e, infine, con la ricerca di qualche anchor investor. L’impressione e’ che ci sia freddezza verso la nuova proposta: anche se e’ plausibile pensare che alla fine i due piani (quello ufficiale delle banche incaricate e quello di Passera) possano confluire su un unico binario, ma solo nel caso l’ex-ministro porti qualche valore aggiunto in termini di grandi investitori.
Tanto piu’, fanno notare alcuni, che prima dell’estate Passera puntava alla poltrona di amministratore delegato dell’istituto, a quel tempo appannaggio di Fabrizio Viola ma ora ricoperta da Marco Morelli. Oggi quindi, nel caso di unione delle forze, ipotesi comunque abbastanza remota, Passera guarderebbe alla carica di presidente, che restera’ vacante tra poco con le dimissioni di Massimo Tononi.