Scende in campo il colosso statunitense Goldman Sachs sul riassetto azionario del Milan. La banca americana sarebbe infatti al lavoro con il capo-consorzio degli investitori cinesi,Yonghong Li.
Con un ruolo preciso: andare a rifinanziare i 220 milioni circa di debito del Milan (attualmente in gran parte verso banche italiane) prendendosi in carico l’intera cifra. Da notare che Goldman Sachs è la stessa banca che ha finanziato l’acquisizione dell’Inter da parte di Erick Thohir, a conferma delle forti relazioni che il gruppo americano ha in Asia.
Il rifinanziamento, parte fondamentale dell’accordo, avrà comunque inizio dopo il cosiddetto «change of control», cioè la clausola che fa scattare la revisione della struttura dei debiti nel caso di cambio della proprietà.
Perché scatti l’opzione, bisognerà arrivare a novembre, quando ci dovrebbe essere il closing per il passaggio del Milan da Fininvest al consorzio cinese. Quest’ultimo, oltre che con Goldman, sarebbe in contatto con altri istituti cinesi (tra i quali Citic e China Construction Bank) per altre linee di finanziamento sull’operazione.
Nel frattempo è previsto per il prossimo fine settimana (tra il 20 e il 21 ottobre) l’arrivo a Fininvest e ai suoi advisor (Lazard e Chiomenti) dell’elenco completo degli investitori in «equity» che faranno parte della cordata e che si andranno, dunque, ad aggiungere ai nomi certi: quelli di Yonghong Li, Haixia Capital e di Jilin Yongda Group.
La lista presentata in agosto da Yonghong Li (affiancato dagli advisor Rothschild e Gianni Origoni Grippo Cappelli) appare in evoluzione e alcuni degli investitori potrebbero cambiare: tanto che secondo i rumors, come già indicato ieri da questa rubrica, l’elenco apparso in questi giorni raccoglierebbe soltanto alcuni dei gruppi che hanno presentato interesse in agosto, ma non è certo che questi stessi gruppi mantengano il loro impegno ora. Quindi nella lista che sarà messa sul tavolo di Fininvest tra giovedì e venerdì ci saranno alcune conferme e alcune sorprese. Uno dei nomi certi potrebbe essere Tcl Corporation, conglomerata cinese attiva in diversi settori fra cui l’hi-tech.