Sarebbe fissato per il prossimo venerdi 14 ottobre un consiglio di amministrazione di Mps che dovrà dare un aggiornamento dell’avanzamento del piano industriale, progetto che verrà approvato dieci giorni dopo, cioè lunedì 24 ottobre.
Sono tappe forzate quelle che sta mettendo in calendario Marco Morelli, amministratore delegato del gruppo senese, in vista del varo della manovra che porterà allo scorporo di 27 miliardi di sofferenze lorde e al lancio di un aumento di capitale fino a 5 miliardi.
Il piano industriale sarà appunto il primo tassello, cruciale in quanto su quel piano le banche del consorzio di garanzia potranno avviare il marketing con i possibili investitori interessati a partecipare all’aumento (proprio ieri la Fondazione, titolare dell’1,49%, non ha escluso una diluizione anche significativa della quota), a cominciare dall’individuazione di un anchor investor, probabilmente estero.
Nel frattempo, le banche del consorzio (capitanate da Jp Morgan e Mediobanca, accompagnate da un pool composto da Citi, Goldman Sachs, Bofa Merrill Lynch, Deutsche Bank e Credit Suisse) stanno proseguendo gli incontri per definire le modalità dell’aumento di capitale. Alcuni nodi, a cominciare dall’entità dello stesso e dalla conversione dei bond in mano agli investitori istituzionali, restano ancora aperti.
Altro capitolo importante è quello della mega-cartolarizzazione dei 27 miliardi di Npl lordi di Mps, operazione da realizzare con la regia e l’intervento del fondo Atlante, propedeutica alla ricapitalizzazione. I speciali servicer non sarebbero ancora stati scelti, in quanto la gara sta procedendo ancora lentamente.
Ma intanto, su un altro fronte, venerdì scorso sarebbero arrivate 5 offerte per la piattaforma di gestione della banca senese, un progetto chiamato Juliet e iniziato prima dell’estate su precise richieste della Bce. Da allora il progetto si è leggermente modificato rispetto alle attese iniziali, all’interno del più ampio piano di scorporo degli Npl del gruppo senese.
Sarà ceduto il 100% di Juliet che andrà a gestire circa 9 miliardi di Npl lordi, cioè un terzo di quelli scorporati complessivamente. Sul piatto ci sarebbero cinque offerte: quella di Christofferson Robb & Co (Crc) e Prelios, quella di Lone Star affiancata dal servicer italiano Caf, quella del consorzio Kkr, Vaerde Partners e della bresciana Guber e, infine, quelle singole di Cerved e di doBank. (nel grafico di Yahoo Finance la chiusura a stasera del titolo Mps).