L’agenzia internazionale americana Bloomberg attacca la cordata cinese acquirente del Milan: ha presentato documentazione falsa a Fininvest. Il 25 aprile infatti i cinesi avrebbero presentato un report della Bank of Jiangsu Co. falsificato e non confermato dalla stessa banca. Ma la cordata Sino Europe non ci sta e afferma che tutto procede verso il closing, posizione ribadita da Fininvest. Chi ha ragione dunque? Resta da capire se il documento falso presentato da Bloomberg sia riferito alla JieAnde, cioè la holding di Yonghong Li, che è capocordata dell’attuale consorzio o se invece sia riferibile alla precedente cordata e alla trattativa in essere ad aprile, che poi è sfumata. Nel primo caso ci sarebbero delle ombre anche sull’attuale operazione in corso, visto che Yonghong Li è ancora investitore di riferimento. In questo primo caso insomma la situazione sarebbe abbastanza allarmante per il riassetto azionario del Milan. Nel secondo caso, invece, la spiegazione potrebbe essere banale. Il documento di aprile era infatti precedente all’attuale operazione, che ha visto un cambiamento dei soci e anche delle banche coinvolte. Quindi ovvio che Bank of Jiangsu dica di non essere a conoscenza, in quanto quella trattativa (per intenderci meglio quella con la cordata Galatioto) è riferita all’aprile scorso: una trattativa tramontata e reimpostata su altre condizioni. Infatti in agosto tutto è cambiato. Nell’accordo firmato in estate, l’unico vincolante, non esiste dunque documentazione falsa. Quindi? Secondo quanto risulta a The Insider, il problema non è tanto quello della documentazione falsa presentata, ma piuttosto quello di capire la reale provenienza dei fondi. Infatti i restanti 400 milioni promessi (dopo i 100 pagati) arriveranno come da accordi in novembre e il Milan passerà di mano da Berlusconi ai cinesi. Ma la domanda, che dovrà essere svelata, resta al momento la reale provenienza di questi quattrini. Yonghong Li non sembra infatti imprenditore con grandi capacità finanziarie, Haixia dovrebbe partecipare con una quota ma senza il coinvolgimento dello Stato cinese e così altri piccoli soggetti come Yongda. L’operazione sul Milan è da quasi un miliardo di euro (fra soldi dati a Fininvest, 350 milioni di investimenti e progetto stadio). Ma chi ci metterà davvero i quattrini?
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