Reuters affossa Mps a Piazza Affari. L’agenzia internazionale, citando una serie di fonti, ha spiegato che gli investitori internazionali sarebbero riluttanti a sostenere l’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena. La banca, che ha in corso il consiglio di amministrazione per nominare il nuovo Ad che a meno di sorprese sarà Marco Morelli, deve raccogliere fino a 5 miliardi di capitale per riportare i suoi parametri patrimoniali in linea dopo che avrà fatto una maxi cessione con cartolarizzazione di oltre 9 miliardi di sui crediti in sofferenza. “Ma è proprio la montagna di 45 miliardi di euro crediti deteriorati – spiega Reuters – che è il principale deterrente per gli investitori nell’appoggiare la terza ricapitalizzazione in tre anni, secondo quattro importanti fondi europei e una fonte di una banca d’investimento a conoscenza del dossier”. “Da quando il complesso piano di salvataggio, tutto con mezzi privati, di Mps è stato annunciato a fine luglio – continua l’agenzia internazionale citando alcune fonti – sono stati sondati centinaia di investitori ma l’interesse è tiepido. È stato questo, secondo la fonte, a determinare l’uscita dell’Ad Fabrizio Viola, che ha accettato di farsi da parte per fare spazio a un nuovo manager che proverà a persuadere gli investitori a sostenere l’aumento”. Il finale dell’articolo di Reuters è assai amaro non solo per Mps ma per l’intero settore bancario italiano: “La fragile salute finanziaria della banca senese, uscita come la peggiore dagli stress test europei, minaccia l’intero sistema bancario italiano, i risparmi di migliaia di investitori retail e la stabilità politica del premier Matteo Renzi. Una crisi finanziaria in Italia creerebbe anche il rischio di contagio in Europa, che ancora sta facendo i conti con la Brexit. Se fallisse l’aumento di capitale, il problema finirebbe sulle spalle del governo e le nuove regole europee prevedono che qualsiasi aiuto di Stato possa esser concesso dopo aver penalizzato gli obbligazionisti della banca, tema politicamente sensibile visto che c’è una larga parte di investitori retail. Il governo è anche riluttante a seguire la strada degli aiuti internazionali perché anche questa richiederebbe la preventiva imposizione di perdite per gli investitori”. Per concludere: “Il piano del Monte dei Paschi, che ha 45 miliardi di crediti deteriorati, è trasferire 27 miliardi di sofferenze lorde in un veicolo che poi effettuerà la cartolarizzazione di questi crediti. Anche se riuscisse a fare questa pulizia, resterebbero nel bilancio le inadempienze probabili, che in prospettiva significano nuove perdite”.
Intanto a Piazza Affari il titolo Mps perde l’1,6% dopo aver lasciato sul terreno anche oltre il 2 per cento. Che dire? Che l’aumento di capitale di Mps fosse un’impresa difficile lo si sapeva. Non per niente è stato rinviato a dopo il referendum e si è deciso in corso d’opera di trovare un’altra guida affidando a Marco Morelli le redini. Basterà? Adesso è presto per dirlo. Come è presto per dire che nessun investitore estero vi parteciperà. Morelli deve infatti ancora presentare il business plan e a quel punto la storia di ristrutturazione di Mps potrà essere presentata agli investitori. Come pure la proposta di conversione dei bond subordinati in mano agli istituzionali. L’impressione, in questo caso, è che Reuters abbia fatto il passo più lungo della gamba. Il fatto che gli investitori non siano interessati oggi, non significa che magari domani possano cambiare idea. Gli investitori esteri sono capaci di cambiare strategia in virtù delle opportunità che il mercato offre. L’abilità delle banche del consorzio (e di Morelli) starà nel far diventare la “equity story” di Mps un’opportunità.