Marco Morelli si appresta a diventare il nuovo amministratore delegato di Mps. Il primo dossier sul tavolo sarà probabilmente la revisione del business plan della banca senese, la cui approvazione verrà dunque ritardata rispetto ai tempi previsti inizialmente nell’ultima settimana di settembre.
Il semaforo verde definitivo al banchiere, che prenderà il posto di Fabrizio Viola, si avrà nel consiglio di amministrazione di oggi pomeriggio di Rocca Salimbeni, dopo che ieri si è svolta a Francoforte la riunione fra la Bce, i vertici di Mps, con il presidente Massimo Tononi, il presidente del comitato nomine Alessandro Falciai e Marco Morelli stesso. Il nome del banchiere sarà portato oggi alla riunione del cda di Mps, per la nomina. Come previsto dall’attuale regolamentazione, la valutazione ufficiale della Banca Centrale Europea sull’amministratore delegato arriverà dopo la nomina. Secondo fonti vicine al dossier «quello del banchiere è comunque considerato anche a Francoforte il profilo giusto per portare avanti un piano che conosce nei dettagli».
Un business plan credibile e solido di Mps rappresenterà il biglietto da visita da presentare agli investitori esteri, che dovranno valutare di partecipare all’aumento di capitale della banca senese. L’obiettivo è presentare una storia di ristrutturazione e rilancio, insomma una cosiddetta «equity story» assai differente rispetto a quella di Unicredit, che si presenterà appuntamento dell’aumento di capitale il prossimo anno mettendo in luce la sua posizione di grande banca europea. Contatti sarebbero già stati avviati con investitori di rilievo, anche alcuni fondi sovrani, che potrebbero assumere nell’operazione il ruolo di «anchor investor», cioè azionisti di peso nella nuova compagine che nascerà. Tuttavia l’elemento cruciale sarà proprio il business plan.
Resta da capire come Morelli potrà mutare il piano industriale. Viola, alla guida di Mps, aveva già lavorato con grande attenzione al taglio dei costi. Quindi Morelli potrebbe avere bassi margini di manovra su questo fronte.
Di sicuro, Morelli arriva con un’idea precisa per concretizzare il piano di ristrutturazione di Mps.
Merrill Lynch, la banca americana di cui il banchiere era il capo italiano prima dell’attuale arrivo a Rocca Salimbeni, è infatti presente nel consorzio di garanzia bancario dell’istituto senese. E la stessa operazione Atlante-Mps volta allo scorporo di 27 miliardi lordi di sofferenze, passaggio fondamentale di tutta l’architettura dell’operazione e per il via libera alla iniezione di nuova finanza, è stata seguita da Morelli in prima persona nei mesi scorsi, in quanto il fondo gestito da Quaestio Sgr è nato proprio con la consulenza del banker romano. Inoltre Morelli ha relazioni molto forti con gli ambienti governativi: sicuramente un vantaggio in questa fase delicata dell’operazione, che è seguita passo dopo passo da Palazzo Chigi e dal Ministero dell’Economia.
Di sicuro, cambierà la tempistica della ricapitalizzazione, probabilmente nel primo trimestre del 2017, ma è probabile che anche altri aspetti del piano possano essere rivisti. Sembra ormai chiaro, del resto, che l’avvicendamento al timone della banca di Rocca Salimbeni, con l’uscita di Fabrizio Viola, sia stato determinato anche da valutazioni diverse rispetto ad alcune opzioni strategiche.
Uno dei nodi all’esame del consorzio bancario di garanzia sarà la conversione dei bond subordinati (che dovrebbero valere indicativamente tra i 3 e i 4 miliardi): una conversione che sarà volontaria, ma che rappresenta una tematica complessa da affrontare sul versante giuridico, soprattutto sul lato del pricing, tanto che il dossier sarebbe all’esame dei legali.
Nel frattempo, il consorzio di garanzia si sarebbe formalmente allargato e alle banche della prima fascia ( JpMorgan e Mediobanca come capogruppo accompagnate da Santander, Bofa Merrill Lynch, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs ) si sarebbe unita una seconda fascia di istituti dove sarebbero presenti Commerzbank, Jefferies e altre investment bank.