Cordata cinese del Milan ai raggi X. Questa e’ la prima parte di un’inchiesta che verra’ realizzata in agosto e che cerchera’ informazioni dettagliate su patrimoni e vicende passate dei protagonisti asiatici della scalata al club rossonero. Per ora i soggetti coinvolti accertati sarebbero tre: Yonghong Li, il fondo semi-statale Haixia Capital (entrambi con un 15 per cento a testa per arrivare a un 30 per cento complessivo) e il gruppo industriale Jilinh Yongda Group, che tuttavia dovrebbe partecipare con una quota minima: si parla secondo i rumors di un investmento di una trentina di milioni rispetto agli 850 milioni complessivi previsti (cioe’ oltre 500 milioni per Fininvest e 350 milioni per gli investimenti successivi). Partiamo dal primo protagonista, cioe’ Yonghong Li, ritenuto come l’artefice della scalata e colui che tramite il suo braccio destro (il giovane Han Li) starebbe ora trainando le fila dell’operazione. Ebbene, questa rubrica e’ riuscita con un attento lavoro di intelligence a scoprire diversi dettagli inediti. Vediamoli. Quando si fa il nome di Yonghong Li a “fonti cinesi” la riposta che si ottiene in inglese e’ la seguente: “there is no public information on his wealth” cioe’ non esistono pubbliche informazioni sulla sua ricchezza. In effetti, Yonghong Li sembra essere imprenditore super riservato. Non si sa se sia collegato al governo cinese (e in caso affermativo quanto lo sia), ma le uniche informazioni che si riescono ad avere da varie fonti sono quelle relative alla sua intensa attivita’ borsistica di acquisto (e rivendita) di aziende nel breve periodo. L’altro dettaglio importante e’ che Yonghong Li non opera quasi mai in prima persona nelle societa’ ma tramite prestanome.
Attivita’ borsistica
Una delle operazioni effettuate nel passato e’ quella sul fallendo gruppo Zhong Fu, finito a quel tempo in tensione finanziaria, transazione dove era coinvolto il private equity Cvc. Poi c’e’ un’altra operazione compiuta sul gruppo Duolun, per la quale Yonghong Li ha subito un richiamo e una sanzione dalle autorita’ di Borsa cinesi.
La sanzione della Borsa
Questa rubrica e’ riuscita ad avere il documento in cinese della sanzione. Ecco la traduzione.
“L’ex azionista di riferimento Li Yonghong ieri ha subito una pubblica censura da parte dello Shanghai Stock Exchange per il mancato rispetto degli impegni. Nel 2011 Li Yonghong aveva assunto il ruolo di azionista della Duolun S.p.A. contestualmente Li Yonghong e la Duolun Investment si erano impegnati a non cedere i diritti sulla Duolun S.p.A. prima di 12 mesi dal completamento dell’acquisto. Tuttavia il 25 luglio 2012 la Duolun S.p.A. aveva pubblicato un comunicato nel quale si diceva che l’azionista Li Yonghong, per mezzo di una cessione, aveva diminuito il possesso delle sue azioni della Duolun cedendo la totalità di quelle possedute in modo indiretto. Inoltre Li Yonghong fino ad oggi non ha rispettato l’obbligo di scrivere report e comunicazioni pubbliche come previsto dalle norme attualmente in vigore, quindi è stato ritenuto in violazione delle regole relative delle “Norme per l’ammissione alla quotazione azionaria dello Shanghai Stock Exchange”; pertanto lo Shanghai Stock Exchange gli ha comminato una censura pubblica”. Con una sanzione che sarebbe stata di 80mila euro.
I prestanome
Ma Yonghong Li si fa notare anche per essere assai riservato. Le societa’ dove e’ coinvolto infatti non sono quasi mai direttamente attribuibili a lui. E’ ad esempio proprio il caso della Sino Europe Sports che fa capo a un privato, Chen Huashan, sconosciuto a tutti, che fra l’altro avrebbe aperto come azionista anche altre due holding allo stesso indirizzo della Sino Europe Sports. Ma ci sarebbe anche un particolare inedito che questa rubrica e’ in grado di rivelare: anche la holding personale di Yonghong Li, cioe’ la Jie Ande, farebbe capo a un personaggio sconosciuto, cioe’ un certo Liu Jhinzhong. Chi siano sia Chen Huashan sia Liu Jhinzhong difficile dirlo, probabilmente procuratori legali o prestanome. Insomma, una struttura che potrebbe far pensare a societa’ fiduciarie che schermano gli azionisti. Tuttavia nel caso della Sino Europe Sports sara’ necessario che la societa’ venga capitalizzata dai soci quando ci sara’ il closing con il trasferimento dei 400 milioni previsti. E a quel punto probabile che debbano emergere i veri azionisti e non il solo Chen Huashan che al momento e’ l’unico socio visibile/apparente di Sino Sports che ha versato la caparra di 15 milioni a Fininvest (e che forse paghera’ anche la seconda caparra di 85 milioni fra un mese).