Una possibile soluzione al problema degli Npl italiani gira da qualche settimana tra i colossi degli investimenti stranieri. Un progetto che sarebbe stato discusso tra i grandi investitori esteri, anche se per ora non sarebbe stato presentato nè al governo nè ai vertici del Governo o di Cdp. I grandi fondi internazionali, da Fortress a Lone Star fino ad Apollo e Cerberus, per ora stanno alla finestra sul dossier Atlante 2, come è ormai stata identificata la possibile seconda tornata di investimenti a favore del veicolo che dovrebbe comprare i miliardi di non performing loan delle banche italiane più fragili: come ad esempio Mps, per la quale si prevede entro fine luglio l’annuncio di una transazione su 10 miliardi di sofferenze come richiesto dalla Bce, e le venete, come Popolare Vicenza e Veneto Banca. Tuttavia un coinvolgimento di questi colossi americani delle «special situation» non sarebbe impossibile, nel caso il piano proposto fosse in qualche modo allettante. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, una base di discussione esisterebbe già con alcuni passaggi fondamentali. Il piano si basa su una struttura in cui i non performing loan delle banche vengano trasferiti ad un veicolo di cartolarizzazioni ex-articolo 130. Con la seguente struttura del capitale: un finanziamento assistito da Gacs o fornito dallo stato o da Cdp al 60% (tranche senior) con un costo pari al 2% di interesse annuo (con una tranche per 36 miliardi di euro). In secondo luogo un intervento di Atlante o di altro fondo sponsorizzato da fonti pubbliche per il 20% (tranche mezzanina) con un costo pari al 6% di interesse annuo (con tranche da 12 miliardi). Infine, una tranche (junior) equity da 12 miliardi da parte degli investitori esteri. Con questi numeri. Il Wacc (cioè il costo medio ponderato del capitale) della senior e della mezzanina combinate sarebbe pari al 3%. In questo caso avendo un costo dell’equity tra il 12% ed il 15%, il Wacc dell’intera struttura di capitale sarebbe compreso tra il 5,4% ed il 6 per cento. Con questa struttura di capitale il prezzo medio di un portafoglio (anche considerando un miglioramento medio delle procedure esecutive e fallimentari di 2 anni) potrebbe passare dal 20% al 28%-30% del valore facciale (con un incremento del 40/50%). Da notare che in base a questo piano, la ricapitalizzazione complessiva media delle banche per ottenere lo stesso livello di coefficienti di capitale pre e post operazione sarebbe ridotta a 20 miliardi. Infatti la perdita complessiva derivante dalla cessione dell’intero stock degli Npl dovrebbe essere pari a 20 miliardi. Il mercato (con o senza garanzia dello Stato) con una soluzione credibile potrebbe tranquillamente supportare gli aumenti di capitale per un ammontare complessivo di 20 miliardi. Gli investitori internazionali potrebbe essere interessati ad investire nell’equity del veicolo di Cartolarizzazioni per un importo di 12 miliardi.
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