Roma sta meditando su un fondo Atlante 2 che potrebbe essere pronto in poche settimane, focalizzato sugli Npl a cominciare da quelli di Mps. In campo dovrebbero scendere la Cdp, la Sga (nata dal salvataggio del Banco di Napoli e con liquidità per circa 500 milioni), ma soprattutto casse previdenziali come Enpam, Enasarco e Cassa Forense. Ma prima del via libera a un loro ingresso, i board delle casse stanno aspettando un intervento tecnico del governo, che già ad aprile (quando si era discusso di Atlante 1) era stato una pregiudiziale nelle discussioni tra le Casse e il Ministero dell’Economia. Ci vuole infatti un chiarimento a livello normativo, in quanto le casse previdenziali sono caratterizzate da anni, da quando l’Italia è entrata nell’Unione europea, da una doppia veste giuridica: sono infatti enti privati per via del decreto legislativo 509 del 1994. Ma, a livello europeo, sono considerati enti pubblici, poiché sono comprese nell’elenco Istat delle pubbliche amministrazioni. La loro inclusione risale al 2000, quando l’Italia era in procinto di entrare nell’euro ed era necessario trasferire alla Ue i dati sui patrimoni nazionali pubblici. Alle casse di previdenza, a quel tempo, venne data una veste pubblica. Il nodo è complesso in quanto una loro partecipazione in Atlante 1, ad aprile venne scartata poiché i soldi delle casse potevano essere considerati aiuti di Stato. E anche con Atlante 2 il problema è il medesimo: un ostacolo che il Governo dovrebbe risolvere chiarendo quale sia la vera natura (privata o pubblica) delle casse con un pronunciamento ad hoc. Solo a quel punto potrebbe iniziare il processo di ingresso delle casse previdenziali che già nel loro statuto considerano l’investimento in non performing loan possbile per diversificare il patrimonio in gestione.
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