Sarà settimana prossima l’incontro decisivo per la cessione del Milan. Proprio in questi ultimi giorni gli investitori avrebbero dato certezza della disponibilità dei capitali.
Nel frattempo, il contratto di vendita sarebbe quasi pronto: un centinaio di pagine con numerosi allegati, al quale starebbero lavorando Chiomenti e Lazard e i consulenti del consorzio cinese guidato dall’advisor americano Sal Galatioto e dal suo rappresentante europeo Nicholas Gancikoff.
Entro una decina di giorni, al massimo due settimane, il corposo contratto (che prevederebbe anche il piano di investimenti, la definizione della governance societaria e i termini di un patto parasociale tra gli investitori asiatici e Fininvest) sarà sul tavolo di Silvio Berlusconi, ricoverato questa mattina all’ospedale San Raffaele per controlli cardiaci, che dovrà decidere che fare: firmarlo, ponendo fine alla sua trentennale proprietà milanista, oppure rinviarlo al mittente.
Insomma, al di là delle dichiarazioni di Silvio Berlusconi (“i cinesi mangiano i bambini”), viste più come uscite da campagna elettorale, la trattativa per la cessione del Milan sta andando avanti. Anche se esiste ancora qualche punto interrogativo. Le certezze, al momento, sono su alcuni aspetti numerici dell’offerta, più alta di quella interista: oltre 700 milioni di euro la valutazione del club rossonero (di cui 500 milioni di equity per il 100% e oltre 200 milioni di debito). La quota del 70% che Fininvest venderebbe varrebbedunque 350 milioni. Il piano di investimenti della cordata prevede 400 milioni per la campagna acquisti quinquennale e altri 400 milioni per il progetto stadio. Poi ci sarà da definire un aumento di capitale per ripianare le perdite. Quindi complessivamente l’operazione è da oltre un miliardo, soldi che saranno fatti confluire in un veicolo (con la forma giuridica di un fondo) sottoscritto da 7-8 investitori cinesi.
Ovviamente ci sono ancora punti interrogativi. Ad esempio le dichiarazioni contraddittorie di Silvio Berlusconi. Solo pre-tattica o forse scetticismo sull’offerta? Berlusconi dice di voler attendere le cifre reali del piano di investimenti per lasciare il Milan in buone mani.
C’è inoltre ancora la segretezza sugli investitori. Nessuno dei nomi finora usciti corrisponderebbe infatti al vero (tranne forse Evergrande che avrebbe tuttavia un ruolo marginale): una confidenzialità che verrebbe spiegata con il fatto che la maggior parte di questi soggetti sono gruppi quotati in Asia.