La Galatioto Sports Partners studia l’assetto organizzativo e gestionale futuro del Milan.
In questi giorni, dopo che Silvio Berlusconi ha dato un primo sì alla cessione della maggioranza del club rossonero nella riunione dell’altro ieri a Villa San Martino, si starebbe guardando alla formazione del team manageriale che dovrà guidare il rilancio rossonero.
E nell’operazione spunta una vecchia conoscenza del calcio italiano, un professionista assai conosciuto per le sue esperienze passate: secondo quanto risulta al Sole 24 Ore uno degli esponenti di punta della cordata Galatioto sarebbe infatti l’avvocato romano Giuseppe Matteo Masoni.
Chi è Masoni? Napoletano, 52 anni, è uno dei professionisti di punta dello studio capitolino Ripa di Meana, ma è famoso soprattutto per i legami con l’ex-Capitalia.
In particolare, nel novembre del 2003, ha sostituito il dimissionario Luca Baraldi, e diventa amministratore delegato della S.S. Lazio, su scelta del presidente Ugo Longo. In quel periodo a Roma si vive con angoscia il possibile fallimento del club di Sergio Cragnotti, l’aumento di capitale, l’ipoteca del fisco sul centro sportivo di Formello e la sospensione del titolo in borsa. Nel 2004, Masoni riesce a trovare l’accordo con il fisco e porta a conclusione la trattativa che vedrà cedere a Claudio Lotito la Lazio, dalla quale uscirà in agosto.
Ebbene, proprio Masoni starebbe trattando gli aspetti più complessi della futura governance del Milan: cioè il numero dei consiglieri per i nuovi azionisti e per Fininvest (che ha come legali gli avvocati di Chiomenti), che dovrebbe scendere in minoranza al 30%.
La Galatioto Sports avrebbe già in mente i manager che dovranno guidare la struttura su due livelli: da una parte a monte, cioè nel team del fondo d’investimento che è in via di raccolta finale, e a valle nel Cda del Milan, dove Berlusconi resterà presidente onorario.
Probabilmente nel Cda del club rossonero dovrebbe entrare lo stesso Sal Galatioto, mentre il responsabile europeo di Gsp, cioè Nicholas Gancikoff, potrebbe assumere la carica di amministratore delegato.
Insomma, anche sull’organigramma le discussioni starebbero avanzando. La struttura finanziaria dell’operazione prevede invece la costituzione di un fondo d’investimento da circa un miliardo sottoscritto da 7-8 investitori cinesi. Il fondo dovrebbe rilevare la maggioranza del Milan, cioè il 70% per 600 milioni. Entro una decina di giorni Silvio Berlusconi prenderà una decisione definitiva (in una direzione o nell’altra) sull’ingresso della cordata cino-americana nel capitale.