Il possibile riassetto azionario del Milan è a un punto di svolta: dipenderà dall’ultima parola di Silvio Berlusconi ma ormai tutte le carte sono scoperte e il piano ben in vista sul tavolo del fondatore di Mediaset.
Il progetto di acquisto e rilancio (sportivo) del club rossonero è stato presentato negli ultimi giorni. Nel progetto c’è la creazione di un grande fondo d’investimento, che presto avrà un nome, sottoscritto da 7-8 grandi investitori cinesi, tra cui società come Evergrande, il magnate Robin Li, cofondatore del motore di ricerca più popolare in Cina Baidu, e altri gruppi di Pechino: fondo gestito da un team professionale con competenze nella gestione delle società di calcio internazionali.
Il piano, arrivato sul tavolo di Silvio Berlusconi, è stato discusso a Villa San Martino con la presenza dei manager di Fininvest. Il piano prevede che la Fininvest resti nell’azionariato in minoranza per un certo numero di anni. A Silvio Berlusconi è stato offerto il ruolo di presidente onorario, su richiesta degli stessi investitori cinesi.
Proprio in questi giorni, se Berlusconi darà il suo via libera all’operazione, il fondo d’investimento nascerà come entità giuridica e sarà registrato in Cina. Presto verrà anche scelto il nome del nuovo veicolo. I legali sarebbero già al lavoro su questo fronte. Gli impegni per il fondo da parte dei sottoscrittori arriverebbero, secondo le indiscrezioni, a circa un miliardo di euro.
Nel dossier, consegnato qualche giorno fa agli advisor legali di Fininvest (lo studio Chiomenti) e a quelli finanziari (Lazard), dopo essere stato studiato nei minimi dettaglia dai consulenti della Galatioto Sports Partners, è previsto anche il piano d’investimento per il rafforzamento della squadra. E, se i numeri saranno confermati, dal fondo non confluiranno soltanto capitali per acquistare il controllo del club (circa 600 milioni per il 70% esclusi i debiti che verranno rifinanziati dalle banche) ma anche somme consistenti per riportare il Milan a livelli di vertice.
Secondo le indiscrezioni sarebbe previsto un piano di investimenti della durata di cinque anni: nel primo anno sarebbe previsto un investimento dell’entità di circa un centinaio di milioni. Anche per gli altri anni sarebbe stata definito un ammontare di spesa di entità importante. Il rilancio della squadra assume infatti un ruolo importante nel piano complessivo di rafforzamento patrimoniale.
L’obiettivo dei compratori è riportare il Milan ad essere un club di primo piano a livello internazionale.
Capitolo a parte sarà quello del management. Il fondo d’investimento in via di definizione avrà un suo team di gestione, che sarà differente da quello del Milan. Sicuramente nell’organigramma (del fondo e del club) entreranno come manager alcuni esponenti della Galatioto Sport, a cominciare da Nicholas Gangikoff, rappresentante in Europa delle attività della società di consulenza americana. Facile ipotizzare che tra le condizioni dei nuovi azionisti di maggioranza ci sarà quella di cambiare l’attuale assetto gestionale del club, oggi guidato da Barbara Berlusconi (con deleghe commerciali) e Adriano Galliani (focalizzato sulla squadra). Ma questo aspetto non sarebbe ancora stato affrontato.
C’è infine un ultimo punto di tipo finanziario. Il fondo dovrebbe avere una dote di almeno un miliardo di euro. Almeno 600 milioni dovrebbero finire nelle casse di Fininvest, mentre la parte restante dovrebbe servire per la campagna acquisiti dei giocatori nel quinquennio. Tra le ipotesi contemplate c’è anche la quotazione in una Borsa asiatica del Milan, ma non viene posta come condizione proprio per evitare scenari di tipo speculativo.
Questo dunque il piano. Ora si attende una risposta di Silvio Berlusconi in tempi brevi, probabilmente già nel giro di una settimana si saprà se il Milan finirà in mani cinesi.