Per Veneto Banca il fondo Atlante chiede la garanzia del 51%. Sarebbe questa, secondo le indiscrezioni, una delle clausole discusse in questi giorni. Insomma, Quaestio Sgr, che gestisce Atlante, chiede di poter comandare la banca, anche per mettere un po’ di chiarezza nel vortice di indiscrezioni che vorrebbero una cordata di imprenditori veneti di Montebelluna, fra cui alcuni di quelli che avrebbero vinto in assemblea, pronti a mettere mano al portafoglio per acquistare una fetta importante della banca. In realtà, secondo i rumors, il retail dovrebbe rilevare una quota attorno al 20%, anzi secondo alcuni addetti ai lavori superiore a questa quota e vicina al 30%. Inoltre Mediobanca, come ha annunciato la stessa piazzetta Cuccia, potrebbe comprare un 5%. Insomma, per Veneto Banca la quotazione sembra più di un’ipotesi, con un destino differente rispetto alla Popolare di Vicenza. Nel frattempo, si sgonfia l’ingresso sulla scena della Popolare dell’Emilia Romagna, che secondo alcuni rumors avrebbe dovuto rilevare una quota importante di Veneto Banca. Infatti Bper stessa ha smentito una sua discesa in campo. Intanto, come indicato dall’Ansa, per gli azionisti di Veneto Banca si preannuncia un destino da ‘azzerati’ analogo a quello dei 119 mila soci della Banca Popolare di Vicenza. Se il prezzo dell’aumento di capitale verrà fissato, come sembra emergere nelle battute conclusive del pre-marketing, a 0,1 euro ad azione, i soci dell’istituto di Montebelluna vedranno andare in fumo, per chi ha acquistato il titolo al suo valore massimo (40,25 euro), fino al 99,75% dell’investimento. Ma perdite superiori al 99% verranno registrate anche da chi ha acquistato a 14 euro, nel lontano 1997. Al picco delle azioni, nel 2012, l’istituto di Montebelluna valeva 4,9 miliardi di euro. Valorizzato al minimo della forchetta l’istituto vale 12,2 milioni di euro. Considerato che con l’aumento della Bpvi sono andati in fumo 6,3 miliardi, se si considera il valore massimo raggiunto dalle azioni sotto la gestione di Gianni Zonin, il conto del dissesto delle due banche venete potrebbe salire a più di 11 miliardi di euro.
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