La Popolare di Vicenza proroga il collocamento delle azioni dell’aumento di capitale di un giorno: la nuova scadenza è infatti stata fissata da oggi alle 13 a domani alla stessa ora. La deroga, secondo le indiscrezioni, sarebbe stata concessa per venire incontro ai soci che sono in coda agli sportelli, in modo da consentire loro più tempo per aderire. Anche perché molti azionisti avrebbero riscontrato un allungamento dei tempi per la sottoscrizione dovuto alle misure richieste dalla Consob. Da notare che, di conseguenza, anche l’eventuale Ipo potrebbe slittare dal 3 al 4 maggio. Al lavoro è il management della banca, assistita dall’advisor Vitale & Co, e gli istituti del consorzio: Mediobanca, Jp Morgan, Deutsche Bank, Unicredit e Bnp Paribas. L’obiettivo (sperando anche nella base dei 120mila soci) è creare quel nucleo di investitori che porterà ad avere un flottante minimo per la quotazione, evitando in questo modo che Atlante debba sottoscrivere quasi interamente l’aumento di capitale.
Resta da capire se il bicchiere sia da vedere come mezzo pieno o mezzo vuoto. Secondo le indiscrezioni, sul fronte degli investitori istituzionali l’interesse sembra abbastanza basso: secondo quanto riportato ieri dal servizio Dealreporter sul dossier della Vicenza si sono focalizzati alcuni hedge fund già impegnati nella ricapitalizzazione delle banche greche. Ma non è dato sapere se questo interesse si sia poi concretizzato o meno.
E anche sul fronte retail, malgrado vi sia stata un’accelerazione in questi ultimi giorni, le prenotazioni di azioni sembrano al momento basse. Al pubblico indistinto sono riservate azioni per 375 milioni di euro, di cui 300 milioni agli attuali azionisti. Resta da capire cosa faranno alcuni soci come Caovilla, Cattolica, Generali e Ferrarini. Insomma, si attende quel colpo di coda che potrebbe consentire di avere un flottante minimo per la quotazione, magari grazie alla creazione di un nucleo forte tra vecchi e nuovi soci.
L’obiettivo di raggiungere un flottante del 25% resta comunque lontano. Ma con una deroga, chiesta alla Consob, potrebbe essere sufficiente anche molto meno del 20% delle azioni per la quotazione. Di sicuro per il fondo Atlante si profila un impegno finanziario importante, superiore alle attese, tale da portarlo a sottoscrivere in ampia maggioranza l’aumento di capitale.