Non solo l’aumento di capitale di Pop Vicenza (e forse quello di Veneto Banca) ma anche il mercato italiano degli Npl attende il fondo Atlante, il nuovo veicolo lanciato su impulso del Governo italiano e che vede tra i sottoscrittori diverse banche, assicurazioni e diversi altri soggetti istituzionali come le Fondazioni. Sul mercato i giudizi sono non proprio univoci: c’è chi lo giudica un ottimo strumento e chi (soprattutto tra gli investitori esteri) lo attende al varco per verificare se i dubbi e lo scetticismo attuali verranno confermati. Questa rubrica ha scelto un modo semplice per spiegare Atlante. Quello della domanda e della risposta. Eccole
D. Come mai è nato Atlante?
R. Atlante è nato per trovare un rimedio agli aumenti di capitale di alcune banche (come Popolare di Vicenza) che rischiavano di avere qualche problema in sede di aumento di capitale. C’era infatti il rischio di inizio di una crisi sistemica per il settore bancario. Quindi Atlante può essere considerata un ottimo rimedio per evitare problemi al settore bancario. Il suo raggio di intervento è stato esteso all’acquisto di portafogli di Npl, visto che proprio l’Italia ha un altissimo valore delle sofferenze, cioè quei crediti difficilmente recuperabili: circa 200 miliardi a settembre 2015.
D. Quale è la strategia di Atlante?
R. Atlante oltre ad intervenire direttamente sul settore bancario, comprerà portafogli di sofferenze a valori vicini a quelli di libro delle banche.
D. Per le grandi banche italiane che significato ha?
R. Per grandi banche italiane, come Unicredit, Atlante consente di non prendersi grandi rischi di esposizione su operazioni che si preannunciavano rischiose, come l’aumento di capitale della Popolare di Vicenza. Con Atlante le grandi banche italiane (da Unicredit a Intesa Sanpaolo) non corrono direttamente rischi su operazioni di banche più piccole, ma lanciano un’iniziativa che consente di ridurre i rischi rendendoli comuni con numerosi altri soggetti.
D. Cosa significa comprare sofferenze a valori di libro?
R. Significa acquistare crediti dubbi (cioè finanziamenti difficili da recuperare se non nel giro di alcuni anni) al valore di iscrizione di tali crediti nei bilanci delle banche. Molte banche italiane hanno iscritti tali crediti a valori svalutati al 45%. Comprare tali crediti a valori vicini al 45%, significa dare la possibilità alle banche di non iscrivere minusvalenze in bilancio.
D. Se si esclude Atlante, chi compra oggi le sofferenze delle banche italiane?
R. In maggioranza operatori esteri (soprattutto americani come Apollo, Lone Star, Cerberus, Blackstone) che hanno un approccio speculativo per loro natura.
D. In che senso speculativo?
R. I grandi fondi esteri, proprio in quanto investitori, puntano su operazioni dove è possibile avere un rendimento abbastanza alto, almeno a doppia cifra.
D. A quale rendimento punta al contrario Atlante?
R. Atlante punterebbe a un rendimento del 6%, quindi molto inferiore a quello atteso dagli investitori esteri. La differenza si spiega perché Atlante punta ad acquistare le sofferenze a valori vicini a quelli di carico.
D. Quale effetto può avere dunque Atlante sul mercato degli Npl italiano?
R. Qui è in corso un dibattito. C’è chi dice che l’avvento di Atlante porterà a un innalzamento generale dei prezzi di vendita dei portafogli di Npl. Insomma, un effetto virtuoso. In realtà, altre voci sono discordi su questo punto. Secondo diversi addetti ai lavori, se Apollo, Lone Star e gli altri fondi capiranno che in Italia non è più possibile avere rendimenti a doppia cifra, allora gli stessi fondi decideranno di investire in altri Paesi del mondo: Brasile, Cina, etc. Insomma, una fetta di capitali esteri se ne andrà dall’Italia. In pratica, i grandi fondi sosterrebbero che Atlante distorce le regole del mercato. Resta da vedere se questa di Apollo e soci è solo una minaccia, oppure un rischio concreto.
D. Perché gli investitori (banche, assicurazioni, Fondazioni, etc) di Atlante si accontentano di un rendimento del 6%?
R. Si accontentano del 6% in quanto l’operazione non va considerata come speculativa, ma di sistema. I gruppi bancari, le assicurazioni, le Fondazioni italiane si sono alleate, su richiesta del Governo, per creare una cintura di sicurezza per il sistema bancario italiano. Insomma, potrebbe essere definito uno strumento di solidarietà soprattutto per le banche più deboli: Carige, Pop Vicenza, Veneto Banca, Mps. A prova che sia un’operazione di sistema c’è il fatto che finora a raccolta sono stati chiamati quasi tutti sottoscrittori italiane tra banche, assicurazioni e Fondazioni. Nessun grande investitore estero è presente.
D. Comprando i crediti a valore di libro, un rendimento del 6% è realistico?
R. Difficile dirlo. Comprare a valore di libro vuol dire rischiare parecchio sul lato del rendimento. Soprattutto nell’attuale situazione italiana (con tempi di recupero dei crediti lunghissimi) il 6% potrebbe essere un miraggio.
D. C’è una strada per migliorare il rendimento di Atlante, ma anche di tutti gli altri investitori del mercato italiano?
R. Una strada ci sarebbe ed è quella a cui sta lavorando il Governo con il decreto banche. Velocizzare i tempi di recupero dei crediti dubbi (avvicinandoli a quelli di altri Paesi come la Germania) potrebbe garantire recuperi più elevati e migliorare il rendimento di Atlante consentendo così alle banche di cedere i portafogli a valori vicini a quelli di carico.
D. Se Atlante può essere considerata una soluzione, come mai questo progetto è venuto in mente soltanto ora?
R. In realtà il progetto Atlante, anche se con altro nome, era già stato ventilato circa 4 anni fa da Mediobanca.
D. Quale è la potenza di fuoco di Atlante?
R. Avrà in cassa circa 6 miliardi, ma una bella fetta potrebbe finire negli aumenti di capitale delle banche. Quindi resterebbero 2 miliardi per acquistare Npl che con una leva di 10 volte potrebbe dare una potenza di fuoco di una ventina di miliardi. Insomma, con 20 miliardi non risolvi il problema delle sofferenze italiane, ma lo puoi risolvere per le banche più sotto stress: cioè Carige, Mps e le due venete.
D. Ci sono altri casi in Europa di veicoli di questo tipo?
R. In Spagna è stata lanciata anni fa la Sareb, la bad bank che ha acquistato gli Npl immobiliari delle banche spagnole. Ma la Sareb, anche se l’idea è simile, era su dimensioni ben maggiori rispetto ad Atlante. In quel caso i prezzi degli Npl erano stati stabiliti a tavolino per categoria.