I grandi fondi americani puntano al portafoglio di non performing loan della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. In un mercato degli Npl che si è improvvisamente rallentato, complice l’attesa per l’imminente arrivo del fondo Atlante, una delle poche operazioni che sta procedendo ancora in modo abbastanza spedito è quella della cessione del portafoglio di 900 milioni di euro di sofferenze della Bper.
Si tratta di un’operazione (lanciata dalla banca emiliana con il nome project «Please» e affidata all’advisor Oliver Wyman) importante per il segnale che potrebbe dare al settore bancario, visto che una buona parte del portafoglio di Bper è secured, cioè garantito da attività nel real estate. Il portafoglio di Bper è suddiviso in 6 differenti pacchetti: un portafoglio da circa 150 milioni di residenziale con sottostante attività immobiliari, un portafoglio da 150 milioni garantito da edifici commerciali, un altro sempre secured da 210 milioni che ha come collaterale palazzi industriali o terreni, un pacchetto da 280 milioni unsecured e, infine, due piccoli pacchetti (da 60 e 50 milioni) di cui uno secured e l’altro unsecured. Le posizioni (circa 16mila) sarebbero suddivise tra nord, centro e sud Italia, anche se la maggioranza (circa il 40%) sarebbero nel Nord-est del Paese.
Ora sembrerebbe, secondo le indiscrezioni, che l’operazione lanciata dalla Banca Popolare dell’Emilia Romagna avrebbe riscosso un buon interesse tra i compratori istituzionali: dopo la prima fase, iniziata il 14 marzo, si sarebbe arrivati alla fase delle offerte non vincolanti.
Una prima short list, della quale farebbero parte grandi fondi statunitensi come Cerberus e Fortress, sarebbe stata redatta. Ma in corsa, sui differenti portafogli, ci sarebbero anche Algebris e Anacap. La due diligence dovrebbe quindi essere condotta dai potenziali acquirenti entro fine maggio e la transazione dovrebbe essere chiusa entro la prima metà del 2016.
Ovviamente il condizionale è d’obbligo, in quanto l’avvento sul mercato del fondo Atlante (la nuova iniziativa lanciata dalle banche, dalla Cdp e dalle assicurazioni italiane su indicazione del Governo) rischia di sparigliare totalmente le carte nel settore dei non performing loan. Prova ne sia che molte banche (piccole e grandi) avrebbero congelato momentaneamente alcune dismissioni di portafogli di sofferenze, già in programma, in attesa di capire se Atlante comprerà davvero a valore di libro gli Npl. Questa situazione di stand-by, dall’altro lato, starebbe creando un certo disappunto da parte dei grandi fondi stranieri che temono possa generarsi una distorsione del mercato.