Sisal verso il riassetto. Starebbe infatti per partire il processo di vendita di Sisal da parte dei private equity azionisti: cioè i fondi Apax (36,5%), Permira (36,5%) e Clessidra (20%). Un mandato a cedere l’azienda sarebbe infatti stato affidato, secondo le indiscrezioni, alle due banche d’affari Deutsche Bank e Ubs. Per Sisal negli ultimi mesi sarebbero arrivate diverse manifestazioni d’interesse spontanee, in quanto la società nell’ultimo anno ha evidenziato un netto miglioramento delle proprie attività. E già si preparerebbero i potenziali acquirenti, da ricercare sempre tra gruppi finanziari esteri: front runner sarebbero, sempre secondo i rumors che circolano sul mercato, i fondi Cvc e Apollo, cioè due tra i fondi più presenti in Italia negli ultimi tempi. Cvc infatti è un private equity storicamente attivo in Italia negli ultimi anni: guidato da Giampiero Mazza è stato tra i più veloci a cogliere opportunità e di recente ha acquisito nel settore farmaceutico il gruppo Doc Generici. Al contrario Apollo, fino ad oggi, si è fatto notare soprattutto per operazioni nel settore bancario e assicurativo: guidato, per quanto riguarda le attività italiane dall’ex-banker Unicredit Andrea Moneta, è infatti in corsa per entrare nel capitale della banca genovese Carige attraverso una complessa operazione di acquisizione dei non performing loan e di successiva sottoscrizione di un aumento di capitale dell’istituto ligure. Il piano sarebbe quello di creare attorno a Carige una piattaforma per unire le 4 good bank che stanno per essere vendute: cioè Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti. Insomma, Apollo e Cvc potrebbero essere i più attivi anche sul dossier Sisal, che nel frattempo sembra pronta a una vendita dopo che due anni fa i fondi azionisti hanno provato senza successo ad accompagnarla verso il processo di Ipo. Oggi il giro d’affari dell’azienda è trainato principalmente dalla divisione Pagamenti e Servizi, sicuramente la più redditizia. Più stabile il comparto dei giochi. Al 30 settembre gli apparecchi da intrattenimento, slot e videlotterie, hanno infatti registrato revenue per 250 milioni, contro i 291,3 milioni dell’anno precedente. La raccolta di gioco è passata dai 3 miliardi di euro del 2014 ai 2,8 miliardi del 2015 . Il risultato è da imputare principalmente alla sensibile riduzione del numero degli apparecchi per la quale il gruppo ha optato nel gennaio scorso in risposta alla introduzione dell’addizionale di 500 milioni di euro con la legge di Stabilità per il 2015. In calo anche il Superenalotto, 29 milioni contro i 33 dei primi nove mesi del 2014. Stabili le scommesse virtuali con 22 milioni mentre l’online segna un leggero incremento pari a 3 milioni di euro.
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