Finale inatteso nel riassetto di Clessidra, il private equity fondato da Claudio Sposito, il manager scomparso nel gennaio scorso. Si sono infatti interrotte in modo brusco le trattative tra Francesco Trapani e gli eredi di Claudio Sposito per l’acquisto della quota di maggioranza del la Sgr, tra le maggiori in Italia nel proprio settore. Trapani, manager noto per essere stato capoazienda di Bulgari, ha infatti comunicato la sua personale volontà di non proseguire con le trattative da tempo in corso con la famiglia Sposito per l’acquisto di una quota di maggioranza della società (il 59% detenuto dalla famiglia stessa). Trapani ha condiviso con il consiglio di amministrazione, guidato dal manager Maurizio Bottinelli, le motivazioni alla base della sua scelta, derivante dalla volontà di Manuela Sposito, vedova del fondatore del private equity, di modificare aspetti sostanziali di accordi preliminari già raggiunti un mese e mezzo fa, variando sostanzialmente le basi, anche economiche (si parla di una richiesta al rialzo del 40% rispetto a quella iniziale), su cui tali accordi si fondavano. Alla posizione di Trapani, rappresentato dall’avvocato Bruno Gattai, fa da contraltare la posizione della vedova Sposito, che recentemente ha deciso di cambiare legali, affidandosi allo studio Lombardi Molinari Segni e all’avvocato Giuseppe Lombardi che ha preso il posto di Michele Carpinelli. Secondo fonti vicine alla famiglia Sposito, l’attuale stop alle trattative sarebbe dovuto al venir meno delle condizioni necessarie a chiudere l’accordo. Tutta la struttura dell’operazione, quindi non solo le condizioni economiche, sarebbe infatti stata ritenuta inadeguata da Manuela Sposito e dai suoi legali. In particolare nelle ultime settimane sarebbero stati studiati i contratti del secondo fondo di Clessidra, che ha investito in Buccellati, Harmont & Blaine, Euticals e Sisal. Ora resta da capire cosa succederà dopo questo esito a sorpresa, che porterà la vedova di Claudio Sposito non soltanto ad essere azionista di Clessidra, ma anche a dover svolgere nelle prossime settimane le procedure necessarie con Banca d’Italia in quanto socio di controllo di una Sgr. Dal canto suo, Trapani manterrà il ruolo di presidente e partner della società e ha assicurato che l’esito della vicenda non condizionerà in alcun modo il proprio impegno personale. Insomma, l’operatività del private equity, che sta raccogliendo il nuovo fondo, non dovrebbe essere intaccata. Proprio sul fronte della raccolta c’è da notare che il nuovo fondo di Clessidra è arrivato a quota 500 milioni di euro con l’obiettivo di giungere a 800 milioni rispetto al miliardo previsto prima della scomparsa di Claudio Sposito. Uno dei fattori cruciali, che in questi giorni sta condizionando le scelte dei sottoscrittori del fondo, è l’individuazione dei cosiddetti key men, cioè degli uomini chiave della Sgr. Nel team precedente era proprio Claudio Sposito a catalizzare le preferenze, che invece ora si dividerebbero tra Trapani, Bottinelli e Riccardo Bruno.
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