I cinesi di Fosun si alleano all'advisor Unicredit sul dossier Banca Intermobiliare

I cinesi di Fosun si alleano all’advisor Unicredit sul dossier Banca Intermobiliare. Secondo indiscrezioni raccolte da questa rubrica il colosso del private equity asiatico starebbe valutando la controllata torinese di Veneto Banca, al pari di altri soggetti. E secondo i rumors proprio Unicredit sarebbe la banca di riferimento per l’advisory e il possibile finanziamento dell’operazione. Infatti Bim sarebbe nel radar anche di Fideuram, la controllata di Intesa Sanpaolo attiva nel risparmio gestito. Su Banca Intermobiliare è in corso da diversi mesi un processo, gestito dall’advisor Rothschild, per trovare un compratore. Tuttavia il processo di vendita, malgrado il buon lavoro di riorganizzazione attuato dalla casa madre Veneto Banca sulla controllata, è sembrato complesso fin dall’inizio: con una serie di colpi di scena che si sono . L’estate scorsa c’è stato infatti il brusco stop da parte della Banca Centrale europea al riacquisto del 51% della banca torinese da parte di una cordata di vecchi soci storici con in prima linea Pietro D’Aguì, la famiglia Segre, i Giovannone, la Romed di Carlo De Benedetti, Luca Cordero di Montezemolo, Valentina Nasi, oltre alle famiglie Piovesana e Boffa. Svanita questa cordata di compratori la cessione di Banca Intermobiliare sembrava essere tornata sui giusti binari. In autunno era infatti stata concessa un’esclusiva agli svizzeri di Bsi, controllati dal gruppo finanziario brasiliano Btg Pactual. Tuttavia le disavventure del fondatore di Btg, il magnate Andre Esteves arrestato in Brasile, hanno fermato l’operazione con Banca Intermobiliare tanto che la stessa Bsi è stata poi venduta. Uno dei nodi resta il prezzo di acquisto per Banca Intermobiliare, che oggi quota 2,0340 euro. L’offerta della cordata dei vecchi soci stretti attorno Pietro D’Aguì valorizzava Banca Intermobiliare 3,6 euro per azione. Al contrario l’elvetica Bsi avrebbe offerto secondo le indiscrezioni 280 milioni per il 70% di Bim, con una valutazione complessiva dunque di 400 milioni di euro. Attualmente, con il titolo precipitato vicino alla soglia dei 2 euro, il vero problema per Veneto Banca sembra riuscire a strappare una valorizzazione che consenta di non archiviare una minuvalenza in bilancio, visto che l’istituto ha in carico le azioni di Bim a circa 4 euro. Secondo i rumors l’advisor Rothschild sarebbe stato contattato da soggetti finanziari e industriali. Tra i secondo c’è Fideuram, l’asset manager di Intesa Sanpaolo che potrebbe puntare ad accrescere la propria rete nel private banking. Ma in corsa ci sarebbe anche Fosun, il gruppo cinese che tra i settori d’investimento ha proprio quello finanziario.