Potrebbero avere un’accelerazione nelle prossime settimane i contatti per un’alleanza europea tra Mediaset e il gruppo francese Vivendi. Così, almeno, sembrerebbe in base alle ultime indiscrezioni sulla vicenda, che sta diventando sempre più un riassetto nel risiko della tv europea a pagamento e dei contenuti e sempre meno un’operazione dai connotati casalinghi, come sembrava in un primo momento. Di sicuro, dopo le discussioni avvenute tra gennaio e febbraio tra gli azionisti delle due società, quindi la famiglia Berlusconi da una parte e Bollorè dall’altra, i tempi sembrano maturi per passare dalla teoria alla pratica. Per ora infatti le due famiglie, due delle dinastie più note della tv privata in Europa, avrebbero parlato nei loro incontri periodici soltanto del settore televisivo europeo e della necessità di trovare una soluzione alla sempre maggiore competizione: nella tv a pagamento, ma anche nei diritti sui film e sulle serie televisive, per contrastare l’espansione di operatori come Netflix. Così i contatti sarebbero stati frequenti negli ultimi due mesi tra Pier Silvio Berlusconi e Vincent Bollorè, presidente di Vivendi oltre che maggiore azionista. Ma il figlio di Silvio Berlusconi avrebbe visto in qualche occasione anche Yannick Bollorè, figlio di Vincent. Un ruolo di mediazione sarebbe stato svolto anche da Tarak Ben Ammar, l’imprenditore franco-tunisino vicino sia a Vincent Bollorè che alla famiglia Berlusconi. In particolare, Tarak Ben Ammar, grazie alle sue relazioni con le major americane, secondo le indiscrezioni starebbe portando avanti per conto di Vivendi il progetto di una piattaforma europea dei contenuti (film e serie televisive). Insomma, le discussioni sarebbero su diversi fronti. Da qui l’idea di esplorare la possibilità di un’alleanza con la creazione di una joint venture che sarebbe azionaria ma anche commerciale. Ma cosa confluirebbe in questa piattaforma? Di sicuro, una jv tra Vivendi e Mediaset darebbe la possibilità di trattare con maggiore potere contrattuale non solo i diritti della Champions e dei maggiori campionati (Serie A, Liga spagnola, Bundesliga tedesca e Premier League inglese) ma anche i diritti sui film e le serie tv. I riflettori non sarebbero quindi puntati solo su Mediaset Premium e su Canal+, la tv a pagamento di Vivendi, ma il perimetro della collaborazione sarebbe assai ampio fino a coinvolgere Infinity, servizio di video on demand di Mediaset. Al momento, si starebbero studiando gli aspetti legali della governance e, in particolare, le garanzie necessarie a stringere l’alleanza: tanto che sul dossier sarebbero coinvolti gli studi legali Chiomenti per conto di Mediaset-Fininvest e Carnelutti per Vivendi. Una volta definita la struttura azionaria e la governance del nuovo soggetto, sarebbero poi gli advisor ad entrare nel dettaglio finanziario dell’operazione. L’obiettivo, se davvero il progetto Vivendi-Mediaset si concretizzerà, sarebbe costituire un polo concorrente non solo a Sky, ma anche a Netflix a livello europeo.
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