Si rafforza la presa di Vivendi su Telecom Italia. Il colosso multimediale transalpino sale al 22,8% del capitale dalla precedente quota pari a circa il 21,4% rilevata a metà gennaio. È quanto è emerso da un filing inviato ieri alla Sec. Nel dettaglio, il gruppo francese tra il 16 e il 19 febbraio ha comprato altre 190,2 milioni di azioni Telecom, tra acquisti sul mercato e operazioni off-market. Vivendi aveva, fino all’annuncio di ieri, in bilancio il 21,4% detenuto in Telecom Italia a 3,32 miliardi di euro, un importo che include 2 miliardi pagati in contanti. Il prezzo medio di acquisto dei titoli Telecom per Vivendi era di 1,14 euro per azione e il valore di mercato della quota a fine 2015 era di 3,39 miliardi di euro. L’ultimo shopping su titoli Telecom di Vivendi, che è anche azionista di Telefonica con lo 0,95%, dovrebbe invece essere costato altri 162 milioni di euro. L’annuncio dell’operazione avviene a pochi giorni dalla presentazione dei conti del 2015, durante i quali Vivendi ha ribadito di essere “un socio di lungo termine” di Telecom Italia, di cui è principale azionista con il 21,39% dopo aver proposto con successo nello scorso dicembre la presenza di quattro suoi rappresentanti nel consiglio di amministrazione dell’ex-monopolista telefonico. L’investimento in Telecom Italia, secondo la strategia esposta dal gruppo presieduto da Vincent Bollorè, costituisce un’opportunità per Vivendi di essere presente e svilupparsi in un mercato, quello tricolore, che ha prospettive di crescita significative e in cui l’appetito per contenuti di qualità è molto forte. Più in generale, Vivendi nell’ambito della sua politica di investimenti in contenuti latini, sta esplorando anche opportunità di investimento in varie società di produzione nell’Europa del Sud. Da notare, inoltre, la coincidenza di eventi. Proprio in questi giorni, in cui ha accresciuto la quota in Telecom Italia, il gruppo francese presieduto da Vincent Bollorè è i sotto i riflettori anche per le voci di un interesse per Mediaset Premium, la piattaforma nella pay-tv del gruppo televisivo della famiglia Berlusconi. Il dossier arrivato sul tavolo di Cologno prevederebbe infatti la cessione a Vivendi dell’intera Mediaset Premium in cambio di cash e azioni dello stesso gruppo transalpino, in modo che il Biscione ne diventi azionista. Ma il nodo da sciogliere resta quello della valutazione, in quanto Mediaset ha rifiutato un anno fa un’offerta di Sky, altro competitor nella pay-tv, per l’intera Mediaset Premium stimata in 1,1 miliardi. Difficile che Vivendi voglia superare questa soglia, benché Cologno valuti oggi la sua tv a a pagamento 800 milioni di enterprise value più 100 milioni di cassa. Ma sul piatto c’è anche un robusto premio, che Mediaset chiederebbe per l’ingresso nel mercato della pay-tv italiano. Di sicuro il super-attivismo di Vivendi in queste settimane, sia sul fronte delle telecomunicazioni sia su quello dei contenuti (c’è infatti da registrare anche l’interesse per la casa di produzione Cattleya) è emblematico. Secondo gli addetti ai lavori il colosso transalpino sta provando ad imprimere un’accelerazione nella convergenza tra Tlc e contenuti, un binomio che è ormai alla base del suo piano di crescita nell’Europa mediterranea.
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