Il colosso inglese Schroders punta su Banca Leonardo: ecco i 4 motivi della possibile operazione nel private banking

La notizia, il rumors, circolava ormai da un mese. E Il Sole 24 Ore lo ha intercettato. Il colosso inglese del risparmio gestito e del private banking Schroders, quotato alla Borsa di Londra, punta a rilevare la Banca Leonardo di Gerardo Braggiotti. Secondo indiscrezioni il gruppo britannico, un colosso internazionale nell’asset management e nel wealth management, starebbe discutendo da almeno un mese, cioè da prima di Natale, con l’istituto fondato da Braggiotti. La trattativa, secondo i rumors, sarebbe ancora in una fase intermedia e potrebbero essere necessari ancora alcuni mesi, se il deal andrà in porto, per definire nei dettagli la possibile alleanza. Secondo le indiscrezioni Schroders potrebbe puntare ad acquisire un 70 per cento di Banca Leonardo, mentre il restante 30 per cento resterebbe agli attuali azionisti. Gli inglesi avrebbero poi un’opzione (con definita scadenza temporale) per comprare anche la restante quota di minoranza. Ma non è detto che l’operazione, sulla quale starebbero lavorando i legali dello studio Pedersoli e di Cleary Gottlieb Steen & Hamilton, venga finalizzata con queste modalità in quanto tutto sarebbe ancora in fase di discussione. Ma perché Schroders punta a realizzare questa operazione e quali potrebbero essere i vantaggi per Banca Leonardo?
1) Di sicuro, l’unione delle attività italiane di Schroders, che in Italia gestisce circa un miliardo e mezzo di attività nel private banking, con quelle di Banca Leonardo nel wealth management potrebbe creare un soggetto di interessanti dimensioni sul mercato nazionale. Infatti Schroders potrebbe espandersi nel mercato tricolore dove non ha una presenza nel wealth management pari a quelle di altre aree geografiche. Fondato a Londra nel 1804, Schroders è attivo nel mercato della gestione di patrimoni dal 1922. Quotato alla Borsa Valori di Londra dal 1959, negli anni ’60 si è sviluppata sui maggiori mercati finanziari mondiali. Nel 2000 cede l’attività di investment banking per dedicarsi esclusivamente all’asse management e nel wealth management. Con un patrimonio gestito pari a circa 387 miliardi di euro (dati al 31/12/2014), Schroders si posiziona oggi tra i leader mondiali del settore.
2) Al contrario, Banca Leonardo entrerebbe in una realtà internazionale di grande standing che le consentirebbe una forte accelerazione: la raccolta totale da clientela a fine marzo 2015 ha raggiunto 8,5 miliardi per il gruppo presieduto da Braggiotti. Banca Leonardo, dopo la profonda trasformazione, che ha visto l’istituto focalizzarsi sulle attivita’ di wealth management, sarebbe dunque ormai vicino a una svolta. Negli ultimi mesi Banca Leonardo ha infatti completato la cessione delle attivita’ di financial advisory (con il mantenimento del brand Leonardo & Co) alla investment bank statunitense Houlihan Lokey. Con questa operazione l’istituto si è focalizzato sulle attivita’ di private banking.
3) Oggi l’azionariato dell’istituto vede un gruppo variegato di soci, i cui principali sono il gruppo Frere, Eurazeo e Exor oltre al management e al presidente Gerardo Braggiotti che in estate ha trasformato le azioni di tipo B in azioni ordinarie: circa il 10% del capitale ordinario, un pacchetto che potrebbe ora essere utilizzato nella transazione con Schroders. Di sicuro questa operazione consentirebbe di monetizzare in modo importante l’investimento da parte di quei soci intenzionati ad uscire.
4) C’è da notare, infine, che il settore del private banking in Italia sta subendo una trasformazione: come dimostra anche l’operazione tra Julius Baer e Kairos (che ora puntano alla quotazione a Piazza Affari) l’ingresso sulla scena dei colossi esteri sta modificando le forze in campo sul mercato.