Nell’attesa della conferma delle transazioni da chiudere entro fine anno possiamo affermare che il mercato degli NPLs in Italia è in crescita e dovrebbe registrare transazioni per un Gross Book Value compreso tra 15 e 20 miliardi di Euro, in aumento importante se confrontati ai circa 5 miliardi transati nel 2014.
Anche le ultime transazioni del 2015 confermano il trend che indica chiaramente che i portafogli scambiati sono sostanzialmente di due tipi: portafogli di crediti chirografari (principalmente credito al consumo)venduti da banche Italiane a pochi centesimi sull’Euro e portafogli che includono anche garanzie immobiliari venduti però da banche estere. All’appello mancano ancora i portafogli di crediti corporate e quelli garantiti da collaterale immobiliare delle banche Italiane che complessivamente formano la maggior parte dei circa 200 miliardi di sofferenze presenti nel sistema bancario italiano che, ricordiamo, rappresenta lo stock maggiore in termini assoluti a livello europeo.
Gli investitori ci sono e sono soprattutto private equity anglosassoni e banche globali (vedi l’ultima transazione di MPS ove il portafoglio è stato comprato da Deutsche bank o il portafoglio Doors di RBS che dovrebbe essere comprato da BAML). Tuttavia il cosiddetto bid-offer spread ovvero il divario tra il prezzo al quale i crediti sono iscritti a bilancio e il prezzo (di mercato) al quale gli investitori sono pronti a comprare è ancora troppo ampio ed è difficilmente colmabile al momento. La vendita di un portafoglio ai prezzi di mercato causerebbe non solo la cristallizzazione di una perdita sul portafoglio stesso, ma un’ulteriore necessità di adeguare il valore netto di bilancio del portafoglio di NPLs residuo.
In pipeline ci sono già le prime operazioni del 2016 e sono ancora di matrice estera: Heta Asset Resolution e Erste Abwicklungsanstaltovvero rispettivamente la bad bank dell’austriaca Alpe Adria e la bad bank della tedesca WestLB. Ma per continuare a mantenere il trend di crescita e soprattutto per smaltire lo stock delle banche Italiane e ridare fiato all’attività creditizia (e di conseguenza all’economia italiana) il mercato ha bisogno di qualche catalizzatore in aggiunta alla riforma delle procedure esecutive e alla creazione della bad bank delle 4 banche commissariate (che pure dovrebbe ci auguriamo trovare la strada del mercato nel 2016).