E’ arrivata per Telecom Italia la scossa che si attendeva dal Brasile. Come gia’ questa rubrica ha riportato il 7 ottobre scorso (nell’articolo “Telecom e la partita brasiliana: di nuovo voci Tim Brasil-Oi con l’ingresso sulla scena della russa LetterOne”) e’ arrivata oggi al gruppo Oi (quarto operatore del mercato carioca) una lettera da Letter One, in cui quest’ultima si rende disponibile a investire 4 miliardi di dollari per favorire l’integrazione tra le due aziende, cioe’ proprio Oi e Tim Brasil, controllata di Telecom Italia. La lettera contiene “una proposta per avviare trattative esclusive per una potenziale transazione con l’obiettivo di un possibile consolidamento del settore delle telecomunicazioni brasiliane che includa una potenziale business combination con Tim Brasil”. La proposta, ricevuta venerdì, contiene la disponibilità da parte della società di investimento guidata dal magnate russo, Mikhail Fridman, di fornire un contributo di capitale fino a 4 miliardi di dollari. Ora Oi si e’ detta disponibile a valutare la proposta, mentre Tim Brasil per ora si e’ affrettata a negare qualsiasi colloquio in corso sia con Oi sia con LetterOne.
Ma torniamo alla scossa a Telecom Italia. L’ingresso sulla scena del veicolo del magnate ed oligarca russo Mikhail Fridman potrebbe accelerare il risiko in Brasile che si era fermato per una serie di ragioni, politiche, finanziarie e strategiche.
Oi già lo scorso anno aveva dato incarico al suo socio Btg Pactual di valutare un’alleanza con Tim Brasil. A sua volta anche la controllata di Telecom Italia si era mossa per un’offerta su Oi. Ma tutto si era fermato. Avevano contribuito allo stop la situazione politica brasiliana, con le elezioni alle porte, ma anche aspetti finanziari. Oi era infatti troppo fragile finanziariamente per poter avviare una fusione con Tim Brasil. Poi c’erano motivazioni strategiche: la stessa Telecom Italia ha aperto qualche mese fa il proprio azionariato alla francese Vivendi, prendendo il posto di Telefonica. Con la conseguenza che qualsiasi strategia su Tim Brasil era stata momentaneamente sospesa. Ma adesso che succedera’ con l’offerta di LetterOne? Di sicuro, verranno a ridursi gli ostacoli finanziari al matrimonio grazie alla liquidita’ russa che andra’ a risolvere parte dei problemi di Oi. Ma quale sara’ la posizione del nuovo azionista francese di Telecom Italia, cioè Vivendi, sul matrimonio brasiliano? E quella di Vincent Bollore’, presidente del colosso multimediale transalpino? Bisogna infatti ricordare che proprio Bollore’, negli ultimi mesi, ha stretto un segreto patto di acciaio sulle strategie globali con la spagnola Telefonica, presieduta da Cesar Alierta. E proprio la societa’ iberica possiede in Brasile il primo operatore del mercato mobile. Sembra quindi facile prevedere che l’eventuale matrimonio tra Oi e Tim Brasil sara’ soggetto ora a diverse variabili, in grado di condizionarlo. 1) prima di tutto serve il via libera di Oi all’offerta di LetterOne. 2) Quindi il benestare del Cda di Telecom Italia a valutare per Tim Brasil la fusione con Oi sulla base delle nuove condizioni venutesi a creare. 3) infine l’Ok di Vivendi all’aggregazione senza pero’ andare a colpire gli interessi di Telefonica in Brasile, vista l’alleanza globale che si starebbe ormai creando tra i due gruppi. Troppe variabili sul piatto? Vedremo che succedera’. Di sicuro la scossa della LetterOne di Mikhail Fridman si sentira’ fino in Italia. Ps: un’ultima nota proprio su Fridman, oligarca ebreo-russo tra gli uomini piu’ ricchi del pianeta. Nella sua galassia di societa’ (nell’energia, nelle banche e nelle Tlc) una delle partecipate, tramite Vimpelcom, e’ l’italiana Wind appena andata a nozze con 3 Italia.