Pochi ma buoni. L’Ipo di Poste Italiane ha attratto, al di là degli annunci della vigilia che puntavano i riflettori soprattutto sulla Banca centrale cinese e su altri sovereign fund, pochissimi fondi sovrani. Uno di questi sarebbe quello legato ai regnanti del Kuwait. Tuttavia, secondo quanto risulta a questa rubrica, impegnata non sarebbe stata direttamente Kia (cioè la Kuwait Investment Authority) ma al contrario il suo braccio di investimento londinese, cioè The Kuwait Investment Office (Kio). Ma perché Kio ha investito su Poste Italiane? Al di là delle vicinanze nel business tra Italia e Kuwait (che ad esempio è il primo investitore del Fondo Strategico Italiano) e del fatto che nei veicoli d’investimento del Kuwait lavorano diversi italiani come gestori, c’è una motivazione di rotazione del portafoglio. Molti dei soldi del Kuwait, negli ultimi mesi, sono usciti dalle Borse americane e sono arrivati su quelle europee. Kio, che è guidato da Osama Al Ayoub, avrebbe quindi accumulato una quota attorno a poco meno del 2% di Poste Italiane negli ultimi giorni di sottoscrizione, effettuando gli ordini proprio da Londra.
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