Sarà la prima way out borsistica del Fondo Strategico Italiano. Di sicuro, catalizzerà l’attenzione degli addetti ai lavori, banche d’affari e avvocati. Il Fondo Strategico Italiano (Fsi) e la famiglia Ruggeri avviano la quotazione di Valvitalia, azienda di Pavia e una delle realtà più importanti nel settore delle valvole, tra i primi 5 produttori a livello mondiale, con un fatturato 2014 di 421 milioni di euro e con più di 1.400 dipendenti. Per Valvitalia sarebbe stata scelta, secondo i rumors, la strada dell’Opvs, un’offerta pubblica di vendita e di sottoscrizione: con una tempistica che dovrebbe concretizzarsi nei sei primi mesi del 2016. In questo modo, tramite l’iniezione di capitali freschi, verranno dunque ottenute da una parte le risorse per lo sviluppo dell’azienda soprattutto a livello internazionale e dall’altra parte il Fondo Strategico Italiano (controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti) potrà avviare la dismissione di una parte della sua quota azionaria. Attualmente il gruppo fa infatti capo alla famiglia Ruggeri (Salvatore insieme ai figli Massimiliano e Luca attraverso Finvalv, la finanziaria che controlla il 50,5% di Valvitalia) e al Fondo Strategico Italiano con il 49,5%. L’operazione di sbarco a Piazza Affari sarebbe partita nel mese di luglio con l’avvio di un beauty contest tra le banche d’affari per trovare i global coordinator. Da qualche giorno sul mercato stavano infatti circolando in modo insistente indiscrezioni tra gli addetti ai lavori, in particolare tra banker e avvocati d’affari, dopo che in agosto il servizio di news finanziarie Mergermarket, per il quale come advisor legale sarebbe già stato scelto lo studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli, ha anticipato la notizia dell’avvio di una procedura di quotazione per Valvitalia. Per il gruppo pavese l’Ipo potrebbe rappresentare la destinazionale naturale. Si tratta infatti di un’azienda con un’equity story adatta alla Borsa: una storia di crescita che, negli anni passati, prima dell’ingresso del Fondo Strategico nell’azionariato, era stata momentaneamente ritardata da una situazione non proprio armoniosa tra la famiglia Ruggeri e gli altri azionisti del gruppo, cioè alcuni fondi di private equity. Ne era nato un processo d’asta con l’ingresso in campo di alcuni gruppi industriali americani intenzionati a rilevare il 100% dell’azienda pavese. Ma un anno e mezzo fa era stata proprio la famiglia Ruggeri ad opporsi a questa soluzione in modo da difendere l’italianità del gruppo. Era alla fine sceso in campo il Fondo Strategico che, con una robusta minoranza, si era alleato alla famiglia Ruggeri. Nell’ultimo anno Valvitalia è cresciuta tramite le acquisizioni nel settore anti-incendio della comasca Silvani e della marchigiana Eusebi, che hanno portato il gruppo a superare i 500 milioni di fatturato con un rapporto tra margine operativo lordo e fatturato del 20 per cento. Ora la scelta di avviare l’Ipo, già scritta nei patti parasociali tra Fsi e la famiglia Ruggeri.
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