Avio Spazio procede a grandi passi verso la quotazione a Piazza Affari. Secondo indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore, gli azionisti in queste settimane avrebbero avviato un beauty contest tra alcune banche d’affari per costituire la pattuglia dei global coordinator e degli altri istituti del pool. Una decisione sulle banche potrebbe essere presa in settembre. La scelta dell’Ipo in Borsa arriva a sorpresa, in quanto si sapeva delle mire di molti gruppi internazionali interessati ad entrare nell’azionariato di Avio Spazio. Nel gruppo, del resto, è prevedibile, prima o dopo, un riassetto degli attuali soci: visto che l’81% della società aerospaziale è di proprietà del fondo di private equity britannico Cinven che, in quanto investitore è per definizione venditore della propria quota nel medio termine, mentre un altro 14% fa capo a Finmeccanica, che tramite l’Ad Mauro Moretti ha puntualizzato di voler crescere in Avio, che resta un gioiello del settore aerospaziale internazionale. La quota restante è invece dei manager. La quotazione verrebbe vista come la soluzione migliore in questa fase in quanto Avio Spazio, per le sue caratteristiche, sarebbe in grado di attrarre l’interesse di investitori istituzionali. Da tempo si parla di un valore di Avio Spazio che dovrebbe essere intorno ai 250 milioni di euro. Proprio gli azionisti, ormai da alcuni mesi, avrebbero affidato un incarico a Rothschild per studiare la migliore strada di valorizzazione dell’azienda, fermo restando che Finmeccanica ha intenzione di restare ben salda nell’azionariato e, anzi, di accrescere la propria quota. A metà giugno, durante l’Air Show di Parigi, l’Ad Mauro Moretti ha confermato l’nteresse di Finmeccanica a salire nell’azionariato di Avio. Quindi a vendere parte delle sue azioni in una probabile Opvs sarà il fondo di private equity Cinven.
Ma come mai verrebbe preferita l’Ipo? Innanzitutto eviterebbe di vendere quote azionarie del gruppo ad aziende estere, creando così una difficile coabitazione con Finmeccanica. Dall’altro lato società di questo tipo sembrano ben apprezzate dagli istituzionali esteri. Infine, c’è da vendere al mercato una equity story incredibile grazie alle tecnologie dell’azienda. Si sicuro, l’accelerazione verso l’Ipo sembra far perdere quota ad altre ipotesi, come l’ingresso di un gruppo estero nell’azionariato, almeno per il momento. Da diverso tempo circolano infatti indiscrezioni su diverse opzioni di riassetto. A metà luglio il servizio di intelligence Dealreporter aveva anticipato che erano in corso riflessioni sia sulla vendita sia sulla quotazione in Borsa di Avio Spazio. Dealreporter indicava come potenziali interessati gruppi strategici come la tedesca Orbitale Hochtecnologie Bremen, la francese Safran e Airbus Defence & Space, tutti alla finestra in attesa di capire le mosse di Cinven e Finmeccanica. Tuttavia in riferimento all’Ipo veniva indicato il modello della recente quotazione a Wall Street del gruppo statunitense aerospaziale SpaceX, dove ha acquisito una quota azionaria come investitore istituzionale Fidelity. Ora l’operazione di riassetto azionario potrebbe finire sotto l’attento esame del Governo di Matteo Renzi, che a propria volta controlla Finmeccanica. Avio Spazio viene infatti considerata uno dei pochi gioielli della tecnologia italiana e l’obiettivo è mantenerla in mani tricolori malgrado le molte mire dei colossi esteri. La tecnologia di Avio Spazio ruota attorno a Vega, il lanciatore spaziale realizzato per il 65 per cento con una tecnologia esclusivamente italiana. Si tratta infatti di una nuova generazione di lanciatori, detenuta attraverso la controllata Elv (partecipata al 30% anche dall’Agenzia spaziale italiana). Questi lanciatori hanno stupito per l’affidabilità e la precisione delle traiettorie in tutti e cinque i lanci finora effettuati e la sensazione è che sarà una tecnologia alla quale dovranno adeguarsi probabilmente anche i grandi colossi europei del settore. Inoltre Avio realizza i due motori laterali e la turbopompa a ossigeno liquido del motore criogenico Vulcain per l’Ariane 5, il lanciatore satellitare che opera dal centro spaziale europeo in Guyana Francese. La società guidata dall’amministratore delegato Pier Giuliano Lasagni ha archiviato nel 2014 un giro d’affari di 224 milioni di euro. Cinven è entrato in Avio Spazio nel 2006 all’interno di un’operazione di ben più ampie dimensioni, cioè quella dell’acquisto delle attività nell’aeronautica di Avio Group. Poi queste ultime sono state vendute al colosso statunitense General Electric per 3,3 miliardi di euro nel 2012 e a Cinven e Finmeccanica erano rimaste le sole attività aerospaziali che ora sembrano procedere verso una quotazione con tempi ancora da definire.