Un fondo di private equity americano sarebbe a un passo dall’acquisto della Banca Lecchese, controllata di Banca Etruria. Secondo le indiscrezioni raccolte in ambito finanziario, vicino all’acquisto della Banca Lecchese sarebbe il gruppo finanziario statunitense Oaktree. Già nelle scorse settimane la stampa locale aveva rivelato l’interesse di un fondo di private equity, la cui capogruppo è quotata alla borsa di Wall Street, pronto ad acquistare dalla controllante Banca Popolare Etruria il pacchetto di maggioranza di Banca Lecchese. Ora, secondo i rumors, verrebbe individuato il nome del fondo, un colosso finanziario del settore come il californiano Oaktree. È il caso di ricordare che nell’ultima assemblea dei soci della banca lecchese, l’ultima attiva nel territorio cn un proprio brand, è stato deciso un aumento di capitale. Proprio Oaktree dovrebbe partecipare all’aumento di capitale e in questo modo acquisire la maggioranza di Banca Lecchese. Alla conclusione positiva dell’operazione, manca però ancora il relativo provvedimento di autorizzazione rilasciato dagli organi di vigilanza – cioè la Banca d’Italia e la Bce – ai quali è già stata inviata la documentazione. Nel suo ultimo bilancio la Banca Lecchese (con un saldo negativo di 12 milioni di euro) ha evidenziato masse amministrate per circa 257 milioni di euro (con 83 milioni in impieghi, 117 milioni di raccolta diretta e circa 57,2 milioni di raccolta indiretta). Secondo indiscrezioni, il fondo americano Oaktree punterebbe a costituire attorno alla Banca Lecchese, con l’acquisizione della relativa licenza bancaria, un polo italiano dei servizi finanziari: da raggiungere tramite altre acquisizioni derivanti dalle possibili dismissioni e opportunità che si apriranno con il consolidamento del mondo bancario italiano e con i matrimoni tra le Popolari. Banca Lecchese è, del resto, una piccola banca lombarda, nata negli anni Novanta e divenuta società per azioni nel 2008 per entrare successivamente nell’orbita di Banca Etruria. La cessione di Banca Lecchese, pur essendo di piccola dimensione, rientra nell’attività di ristrutturazione della capogruppo Banca Etruria, che si trova dallo scorso febbraio in amministrazione straordinaria, affidata alle cure dei commissari Riccardo Sora e Antonio Pironti.
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