I grandi fondi statunitensi mettono nel radar il gruppo Riello. È una vicenda che potrebbe nascondere ancora diverse sorprese quella del possibile riassetto del gruppo di Legnago nel veronese, otto stabilimenti di cui la metà tra Cina, Polonia e Canada, leader nazionale nelle caldaie e bruciatori a uso industriale con i marchi Riello, Thermital, Beretta e Vokera. La base di partenza è che il fondatore Ettore Riello non vuole lasciare il controllo del gruppo (dove è proprietario assieme alle sorelle) e la tolda di comando dell’azienda. Su questa base, malgrado pressioni da più parti negli ultimi mesi, l’imprenditore ha cominciato a trattare su più fronti. Da una parte con le banche, che nove anni fa lo hanno finanziato con linee per 360 milioni di euro per il riacquisto del 50% in mano al fondo Carlyle. In questo momento il debito, sceso di poco a 340 milioni, è un problema perché andrà in scadenza in buona parte tra quest’anno e il prossimo. Ettore Riello, che ha assunto Lazard come advisor, chiede agli istituti di credito (un pool composto da UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco Popolare, Bpm, Veneto Banca e Bnp Paribas) un posticipo delle scadenze. Dall’altra parte, Ettore Riello starebbe discutendo con fondi di private equity e qualche soggetto industriale. I private equity che, nell’ultimo mese, si sarebbero visti nel quartier generale dell’azienda sono tutti grandi gruppi finanziari esteri: si va dal fondo statunitense Apollo a quello svedese Triton, fino al newyorkese Kps Capital Partners e all’altro americano Elliott Management Corporation alleato alla società londinese Blue Skye. L’obiettivo di Ettore Riello sarebbe quello di cedere una minoranza della sua azienda o di trovare un accordo per una forma di finanziamento ibrido, quindi a metà tra debito ed equity. C’è poi il fronte dei gruppi industriali interessati. Ma Riello non sembra pronto ad accettare soluzioni che lo possano estromettere dal controllo. Nei giorni scorsi il servizio di news Mergermarket ha anticipato che continua ad esserci interesse da parte dell’italiana Ariston Thermo a rilevare il gruppo Riello. Inoltre tra i gruppi esteri che potrebbero entrare in scena ci sarebbe anche l’anglo-olandese Bdr Thermea. Ovvio che un’operazione con uno «strategico» potrebbe tuttavia diluire l’imprenditore, che lo scorso anno aveva provato senza successo a cedere una divisione (le caldaie a muro) ai tedeschi di Viessmann per venire incontro alle richieste delle banche. Insomma, la situazione è in evoluzione.
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