Entra nel vivo l’asta per l’Istituto centrale delle banche popolari (Icbpi). Oggi, secondo le indiscrezioni, alcuni rappresentanti delle banche popolari azioniste hanno avuto un incontro in Banca d’Italia per comunicare a via Nazionale le linee fondamentali del riassetto in corso sull’Istituto centrale. Banca d’Italia, data anche la presenza di una licenza bancaria, segue infatti con attenzione il riassetto di Icbpi. I rappresentanti delle banche popolari azioniste avrebbero, secondo i rumors, spiegare in sintesi la struttura dell’operazione: cioè l’architettura societaria che vedrà la luce dopo la vendita a un fondo di private equity e il livello di leva (cioè il volume di debito) che sarà utilizzato. Insomma, sarà un incontro cruciale, come altrettanto fondamentale sarà l’appuntamento di domani fra i soci per stabilire quali soggetti passeranno alla seconda fase, cioè quella del data room, dove gli acquirenti in lizza avranno accesso ai dati confidenziali dell’Istituto centrale delle banche popolari. La scorsa settimana sono state quattro le proposte arrivate sul tavolo degli advisor Mediobanca ed Equita: cioè il consorzio formato da Bain-Advent-Clessidra, la cordata fra Cvc e Permira e quella tra Cinven e Bc Partners e, infine, il fondo Hellmann & Friedman che per ora correrebbe da solo. Il processo sta mettendo in moto una vasta task-force di consulenti finanziari, legali e industriali. Il consorzio formato da Bain-Advent-Clessidra può contare, oltre che sull’aiuto del manager ex-Ad di Telecom Italia Franco Bernabè, su Vitale Associati, Rothschild e Hsbc. Quest’ultima è anche finanziatrice assieme a Goldman Sachs. Bc Partners e Cinven sono affiancati da Unicredit e Lazard. Cvc e Permira avrebbero, invece, scelto Ubs, Kpmg e Banca Imi assieme ai consulenti di Rolanda Berger, Alix e agli avvocati di Chiomenti e Legance. Resta, infine, Hellmann & Friedman che secondo quanto ha riportato ieri Mergermarket non avrebbe ancora scelto un advisor in quanto starebbe aspettando di vedere se sarà ammesso nella seconda fase. Il periodo di data room, che inizierà dopo Pasqua, durerà 6 settimane e probabilmente verranno ammessi tre possibili compratori sugli attuali quattro. Uno verrà quindi escluso. Le offerte, secondo i rumors, sarebbero abbastanza simili quanto a valore economico e struttura. Si attesterebbero tra 1,9 e 2 miliardi e avrebbero una leva di circa 5 volte l’ebitda. La struttura prevederebbe che il debito venga collocato in una holding che poi riceverà i dividendi dalla società operativa, che verrebbe mantenuta unita senza break-up. Banca d’Italia chiederebbe inoltre che le banche popolari restino azioniste con il 10-20% con contratti di fornitura di 5 anni. Insomma, tutte le offerte sarebbero simili. L’unica differenza c’è sul lavoro svolto dai potenziali acquirenti. Bain e Advent, come pure Cvc e Permira, sarebbero al lavoro da settembre sul dossier mentre Bc Partners-Cinven e Hellmann &Friedman hanno iniziato da qualche mese.
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