Un matrimonio tra le torri della Rai e di Mediaset con l’assist di un nuovo investitore: un fondo infrastrutturale o, se mai si creassero le condizioni politiche, con la Cassa Depositi e Prestiti. È questo il progetto che alcune banche d’affari avrebbero in mente e che sarebbe stato presentato di recente per superare l’impasse creatasi dopo il lancio dell’offerta pubblica d’acquisto e discambio lanciata dalla controllata del Biscione, Ei Towers, su Rai Way. Secondo le indiscrezioni, il piano sarebbe stato delineato, ma al momento risulterebbe difficile da realizzare eprematuro: anche perché, per ora, Ei Towers continua sul progetto presentato con i contenuti iniziali: cioè l’offerta per acquistare il 66% di Rai Way, un limite impossibile però da conquistare nella situazione legislativa attuale che impone a viale Mazzini di non scendere sotto il 51% della società delle torri. Ei Towers, che sta organizzando il pool di banche per il prestito bancario da affiancare a Jp Morgan, presenterà così il progetto per l’Opas il 16 marzo e da quel momento si potrebbero aprire scenari ulteriori. Molti osservatori ritengono che quella di Mediaset sia soltanto una mossa tattica per arrivare a un altro obiettivo. Quale? Un’unione fra le torri della Rai e quelle di Mediaset potrebbe fare comodo a entrambi, visto che viale Mazzini potrebbe ridurre il suo indebitamento e Mediaset riuscirebbe a valorizzare la sua infrastruttura. Inoltre si creerebbe un operatore di rete nazionale, un progetto caldeggiato in passato da più parti, anche politiche. Ma il progetto, secondo quanto indicato da alcune banche d’affari, potrebbe stare in piedi soltanto con l’ingresso di un terzo azionista nella compagine: un fondo infrastrutturale capace di iniettare capitali nella nuova realtà e in grado soprattutto di monetizzare la quota che gli verrà trasferita da Rai e Mediaset. Alcuni addetti ai lavori indicano anche la Cdp come possibile candidato a questo ruolo, tuttavia fonti vicine alla Cassa Depositi e Prestini smentiscono un qualsiasi interesse per l’operazione, visto che l’aggregazione delle torri televisive non rientra nei progetti di pubblica utilità sui quali è attiva la cassa (come ad esempio lo sviluppo della banda larga nel Paese). La verità è che l’unione tra le torri Rai e quelle di Mediaset, per essere mai realizzata, dovrà avere prima un via libera politico. Solo a quel punto sarà chiaro chi saranno i veri protagonisti dell’operazione.
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