Si accende l’asta per l’Istituto centrale delle banche popolari. Clessidra si sarebbe infatti alleata con la cordata Bain Capital-Advent. Alla fine il fondo di Claudio Sposito avrebbe scelto, secondo le indiscrezioni, il consorzio formato dai due private equity americani. La gara tra i fondi, proprio nell’ultima settimana, sta assumendo sempre più i contorni di una grande sfida tra cordate. Mentre Clessidra si unisce a Bain Capital e Advent e va a opporsi all’altro consorzio formatosi tra Cvc e Permira, si starebbe costituendo un altro consorzio tra fondi: con Bc Bartners che farebbe coppia con Cinven. Ma la cordata a tre (seguita da ben 5 consulenti finanziari, cioè Vitale Associati, Rothschild, da Franco Bernabè oltre che da Hsbc e Goldman Sachs, disposte anche a fornire i finanziamenti per l’operazione) sembra giocare le sue carte su due fattori: da una parte cercherà di comprare l’Icbpi per costituire un polo europeo nel settore dei pagamenti elettronici. Infatti proprio Bain Capital e Advent hanno comprato nel 2010 da Rbs un gruppo inglese attivo nei pagamenti elettronici come Worldpay. Ma non è tutto: lo scorso anno proprio Bain Capital e Advent hanno comprato il leader scandinavo nei sistemi di pagamento, cioè Nets. Insomma, l’obiettivo è creare un leader continentale del settore. La presenza di Clessidra nel consorzio non sembra causale: il fondo italiano può infatti fornire quella valenza casalinga necessaria a chiudere l’operazione. Ma la cordata tra Bain, Advent e Clessidra, pur avendo tutti i numeri per chiudere l’operazione, vede opposti concorrenti assai agguerriti. La cordata tra Cvc e Permira ha, ad esempio, altrettanta competenza nel settore. E sono pronti a giocare le proprie chance anche Bc Partners e Cinven. Insomma, quella che si appresta ad iniziare (sotto la gestione degli advisor Mediobanca e Equita) sembra un’asta assai competitiva. Nel complesso, le manifestazioni di interesse presentate fino ad oggi valorizzano il 100% dell’istituto specializzato nei sistemi di pagamento in una forchetta compresa tra 1,9 e 2,4 miliardi di euro. Probabile che si possa entrare nel vivo nel giro di un mese creando una competizione che porti al miglior risultato per i venditori . La scelta finale spetterà alle banche popolari azioniste. Il parterre di soci di Icbpi è infatti variegato: con il Credito Valtellinese, primo socio col 20,4%, il Banco Popolare (14,6%),Bper (10,6%), Ubi e Bpm, entrambe al 5%. Tra le non quotate ci sono anche Pop Vicenza e Veneto Banca (entrambe al 10% circa), Iccrea Holding (7,9%) e Pop Cividale (5,14%). Tra gli azionisti di Icbpi, con quote inferiori al 5%, ci sono invece Carige, Banca Etruria e Lazio, Pop Bari e Banca Sella.
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