Bnl studia la migliore strada per valorizzare i propri crediti problematici verso le medie aziende. La banca controllata del gruppo Bnp Paribas, secondo le indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore, avrebbe avviato nell’ultimo mese alcune discussioni preliminari con una serie di soggetti finanziari. I piani allo studio della banca guidata in Italia da Fabio Gallia sarebbero di diversi tipi e per il momento nessuno di questi si sarebbe concretizzato.
Ma l’obiettivo è chiaro e ripercorre la strada che un po’ tutte le banche italiane stanno cercando di percorrere nell’ultimo anno: cioè deconsolidare i crediti problematici verso le aziende (quelli di tipo corporate dunque) conferendoli in veicoli dove la liquidità necessaria sarebbe iniettata come contraltare da fondi di private equity specializzati nei turnaround.
Nel caso di Bnl le discussioni sarebbero state intavolate con 4-5 investitori. Tra questi, secondo i rumors raccolti tra fonti finanziarie, ci sarebbero i fondi Cvc e Idea Capital. Il primo, tra i maggiori investitori anglosassoni da tempo attivo in Italia, sarebbe attivo tramite il suo fondo dedicato ai crediti corporate problematici. Cvc in particolare avrebbe studiato assieme al consulente Alix Partners, che lo assiste sull’operazione, un veicolo dove far confluire una parte dei prestiti incagliati di Bnl verso le medie aziende. In questa newco, secondo il piano allo studio, dovrebbero finire inizialmente crediti per un volume di qualche centinaia di milioni di euro: conferimento a fronte del quale Cvc dovrebbe iniettare una dose di liquidità. L’obiettivo finale sarebbe quello di ristrutturare i crediti e di riportare le società in bonis.
Più o meno su questa linea sarebbe il progetto di Idea Capital Funds Sgr, anch’essa in discussione con la banca presieduta da Luigi Abete.
La società di gestione di fondi di private equity, che fa capo al gruppo de Agostini con circa 1,4 miliardi di euro in gestione, ha infatti deciso nei mesi scorsi di lanciare due nuovi fondi dedicati ai crediti deteriorati delle banche, uno specializzato nei crediti alle aziende industriali e l’altro a quelli delle aziende agricole. Parte dei capitali dei due fondi potrebbero quindi essere utilizzata nei veicoli che potrebbero essere costituiti con Bnl.
Da notare che queste iniziative potrebbero successivamente accogliere portafogli di crediti anche di altre banche.
Queste discussioni danno comunque l’idea del fenomeno. In Italia i crediti incagliati o in sofferenza delle aziende (anche medie e piccole) raggiungono volumi per miliardi di euro. Tutte le banche, grandi e piccole, stanno quindi studiando soluzioni di questi tipo, anche se restano alla fine difficili da concretizzare.
Un caso simbolo è il progetto analogo (per il momento congelato) a quello al quale stavano lavorando Kkr e Alvarez&Marsal per Unicredit e IntesaSanpaolo. In quel caso si parlava però di crediti (di grandi dimensioni) verso grandi aziende e non nei confronti di piccole e medie imprese, come nel caso delle discussioni ora in corso con Bnl. Di recente, anche alcune Banche Popolari starebbero inoltre studiando veicoli di questo tipo assieme al fondo di private equity Opera Sgr.