È pronto e verrà presentato oggi al convegno Abi a Roma il progetto per il lancio del Fondo Valorizzazione Imprese, veicolo che secondo le attese dovrebbe avere una massa critica di almeno 500 milioni di euro e che, dopo le ultime discussioni con Bankitalia, dovrebbe raccogliere crediti problematici di tipo corporate delle banche Popolari. Tra i nomi degli istituti che dovrebbero aderire, secondo i rumors, ci sarebbero Bpm, Creval, Popolare Vicenza, Bper e Popolare di Bari. Ma l’iniziativa potrebbe poi coinvolgere altri istituti locali.
Le discussioni per il lancio del veicolo (fino a 500 milioni di euro) ormai sono alle battute finali dopo il via libera e le autorizzazioni di Banca d’Italia: si tratterà di un fondo chiuso di diritto italiano, gestito da Opera Sgr, società di gestione guidata da Michele Russo.
La creazione di un veicolo di questo tipo dovrebbe venire incontro alle esigenze delle banche, anche quelle di piccole e medie dimensioni, per fornire una soluzione allo smobilizzo di crediti da ristrutturare nei confronti delle Pmi e al tempo stesso consentire una ristrutturazione più veloce degli stessi. Si tratterà dunque, come ormai viene definito in modo gergale negli ultimi tempi, della creazione di una «bad bank» per ristrutturare i crediti delle Pmi esposte verso il mondo delle banche Popolari.
Già sarebbero stati definiti i requisiti e la natura dei prestiti problematici che entreranno nel fondo. Saranno crediti di tipo corporate su aziende con un fatturato minimo di 20 milioni. Inoltre saranno crediti in fase di ristrutturazione oppure che si avviano ad esserlo.
Il progetto, secondo i rumors, potrebbe riguardare istituti cooperativi come Bpm, Bper, Creval, Popolare Bari e Popolare Vicenza. L’attenzione si focalizzerà su portafogli da almeno tre crediti, con l’obiettivo di arrivare a 5-6 crediti per portafoglio. Da notare che ciascun credito potrebbe raggiungere un valore compreso tra 10 e 100 milioni: in ogni caso saranno valutati in preferenza crediti da 20 milioni in su. Questa sarà, secondo il progetto, la prima fase di costituzione del veicolo. Nella seconda fase le banche Popolari coinvolte riceveranno in cambio quote di tipo A del Fondo Valorizzazione Imprese.
Sono in fase di definizione anche gli aspetti contabili dell’iniziativa. Il net asset value del fondo sarà in linea con il prezzo di conferimento e, a sua volta, correlato al valore di bilancio della banca post-accantonamenti e dopo l’asset quality review.
Secondo quanto stabilito in fase di discussioni fra Opera e le Popolari coinvolte, i crediti conferiti saranno di tipo problematico e da ristrutturare, ma non sofferenze di difficile recupero. Tanto che è previsto che il fondo convertirà i crediti in capitale, ripristinando così l’equilibrio patrimoniale e riportando l’azienda target in bonis. Come in tutte le operazioni di questo tipo sarà necessario, a fronte del conferimento di crediti da parte delle Popolari, l’iniezione di risorse finanziarie nel veicolo da parte di investitori insitituzionali italiani ed europei, che sottoscriveranno invece quote di tipo B, apportanto liquidità al fondo, per poter far fronte alle esigenze di cassa immediate delle singole aziende. Discussioni, secondo i rumors, ci potrebbero essere con casse previdenziali come Cassa Forense e Enpam.
In pratica, il Fondo Valorizzazione Imprese presentato oggi all’Abi dovrebbe ricalcare, su volumi minori, quanto stanno studiando grandi banche come Intesa Sanpaolo e Unicredit. I due maggiori istituti bancari hanno avviato un progetto per lanciare un fondo di ristrutturazione crediti del valore di qualche miliardo con l’investitore Usa Kkr, ma il piano è stato per ora accantonato al prossimo anno ed è difficile prevedere se il veicolo vedrà mai la nascita. La «bad bank» tra Intesa Sanpaolo, Unicredit e Kkr però avrebbe dovuto focalizzarsi su crediti problematici di grandi aziende italiane. La stessa Mps starebbe ragionando su una «bad bank», dopo che le sarebbero stati presentati progetti simili.
Il Fondo Valorizzazione Imprese sarebbe invece la prima iniziativa del genere per il mondo delle Popolari. Con quali vantaggi? I crediti dovrebbero essere deconsolidati con ridotto assorbimento di capitale. Il team di Opera entrerà nel Cda e nella gestione dell’azienda, introducendo, se occorre un nuovo management e la banca non rischierà più di essere tacciata di ingerenza nella gestione, con i rischi relativi.
A livello di sistema si dovrebbe permettere ad aziende sane di riprendersi da un momento di difficoltà temporanea. Questi, in definitiva, sono gli auspici della nuova iniziativa, la cui efficacia è ora però attesa alla prova dei fatti.