Terzo sbarco del private equity in Borsa. Dopo l’approdo di Cerved (riuscito al prezzo più basso della forchetta) e quello mancato di Sisal (che ha dovuto rinunciare alla Borsa) ora ci prova Bc Partners con la controllata Ovs Industry. Il fondo di private equity ha infatti dato mandato a Bank of America Merrill Lynch e Goldman Sachs per preparare l’Ipo della catena di abbigliamento del gruppo Coin che dovrebbe sbarcare a Piazza Affari in autunno. Sarà una prova del nove per i fondi. Infatti le due passate Ipo (Cerved riuscita e Sisal fallita) hanno mostrato come l’incasso della quotazione era destinato a ridurre il debito che i private equity avevano accumulato con le banche per comprare le aziende. Poco o niente finiva infatti nelle casse delle società. Di sicuro, la storia recente ha dimostrato che le quotazioni dei private equity riescono quando sbarca in Borsa una equity story di successo (vedi il caso Moncler quotata da Eurazeo e Carlyle).
Ovs, che ha chiuso il 2013 con un Ebitda di 136 milioni di euro su ricavi appena sotto il miliardio di euro, ha ancora un debito di 984 milioni maturato nei confronti del pool di banche (Banca Imi, Ubs, Unicredit, BnpParibas, Crédit Agricole, Hsbc, Mediobanca e Natixis). Tre anni fa la presa di controllo del Gruppo Coin era infatti costata complessivamente 1,4 miliardi di euro a Bc Partners. Resta da vedere se anche questa volta l’incasso servirà a ridurre solo il debito e come la modalità dell’offerta verrà valutata dagli istituzionali. Riuscirà Bc Partners nella sua strategia di sbarco azionario per Ovs (come ha fatto Cvc con Cerved) oppure ci sono rischi come insegna la vicenda Sisal (che Permira, Apax e Clessidra volevano quotare)?