Il fondo sovrano del Kuwait entra con il 23% in Fsi Investimenti, la scatola societaria che sarà controllata dal Fondo Strategico Italiano (con il 77%) e costituita proprio per siglare l’alleanza finanziaria con Kia.
Fsi Investimenti avrà tutte le partecipazioni acquistate negli ultimi anni dal braccio finanziario controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti e guidato da Maurizio Tamagnini. Le partecipate verranno conferite al nuovo veicolo, a fronte delle risorse cash investite dal Kuwait.
La Kuwait Investment Authority investirà infatti in aumento di capitale 500 milioni di euro nell’operazione di cui 350 milioni già versati e depositati proprio in questo inizio settimana. Per questa somma entrerà dunque in Fsi Investimenti con il 23%, diventando socio di tutte le aziende e le iniziative nel portafoglio della holding di partecipazioni italiana: cioè Kedrion (nella quale Fsi era entrata investendo 100 milioni), Metroweb (200 milioni investiti), Valvitalia (151 milioni) e Sia (205 milioni) oltre alla joint venture con il fondo sovrano del Qatar, la Iq Made in Italy Investment Company costituita lo scorso anno iniettando 150 milioni di euro di risorse. Staranno invece fuori dall’alleanza altre partecipazioni: come la quota di Generali, che Fsi deve cedere entro fine 2015, e il pacchetto di Ansaldo Energia, dove di recente sono entrati i cinesi di Shanghai Electric.
Si tratta del maggior contributo (500 milioni) della Kuwait Investment Authority in veicoli d’investimento posseduti da altri Paesi. A convincere i manager del fondo sovrano del Golfo Persico, oltre alle potenzialità di sviluppo delle imprese attualmente in portafoglio, è stato il piano di acquisizioni presentato e le opportunità del tessuto produttivo italiano, fatto di diverse centinaia di aziende con grandi potenzialità di crescita, anche all’estero, ma che necessitano di capitali per lo sviluppo.
L’Italia su questo versante è infatti ancora molto indietro rispetto a Paesi, come ad esempio la Francia o la Germania. Le imprese italiane sono spesso troppo piccole per competere con le concorrenti straniere. Così la strategia del Fondo Strategico, in questi anni, è stata indirizzata a far crescere le partecipate: come ad esempio è stato per il gruppo biofarmaceutico Kedrion (attivo nei plasmaderivati) della famiglia Marcucci, che ha raddoppiato il proprio fatturato grazie all’acquisizione negli Stati Uniti di un ramo d’azienda dedicato alla produzione di immunoglobulina umana. Il fondo sovrano del Kuwait parteciperà dunque allo sviluppo delle aziende già nel portafoglio di Fsi Investimenti: con alcune, come ad esempio la pavese Valvitalia, ci potrebbero essere grandi sinergie, visto che il Kuwait è uno dei maggiori produttori al mondo di petrolio e Valvitalia è uno dei leader italiani nel campo della progettazione e produzione di apparecchiature destinate all’industria petrolifera.
Ci sono poi le operazioni future di Fsi assieme al nuovo socio del Kuwait. Alcune acquisizioni, di minoranza come è nello statuto del Fondo Strategico tranne che in casi eccezionali, sarebbero già sul tavolo. Del resto, i settori che sta guardando la holding di partecipazioni guidata da Tamagnini sono noti: fashion, dove dopo la partecipazione all’asta Versace è sfumata un’acquisizione, ma anche alimentare, fino al settore alberghiero (dove è pronto ad essere lanciato un fondo specifico) e a quello delle utility.
Inoltre l’ingresso della Kia sembra il primo passo per l’apertura del capitale di Fsi Investimenti ad altri soci della stessa natura. Qualche giorno fa, a Firenze, durante un convegno organizzato dall’Università Bocconi e dallo studio Scala, c’erano i rappresentanti di tutti i maggiori fondi sovrani internazionali: dal Qatar, a Dubai, fino all’Iran, alla Norvegia e alla Russia. Bisogna ricordare che proprio Fsi ha già stretto un’alleanza con Qatar Holding e con il fondo sovrano russo (il Russian Direct Investment Fund). E proprio tra questi colossi finanziari esteri ci potrebbero essere i prossimi soci grazie ai quali il Fondo Strategico, che investe i soldi del risparmio postale della Cdp, amplierà la propria compagine azionaria dopo l’ingresso del Kuwait.