Da Ovs a Sisal, ecco le 21 matricole che sbarcheranno a Piazza Affari: il decalogo per i piccoli risparmiatori

Le magnifiche 21 verso la Borsa? E’ presto per dire se saranno magnifiche o meno: ma di sicuro era dai tempi dell’euforia dei primi anni 2000 che non si vedevano tante matricole verso la Borsa. L’elenco è lungo: società pubbliche (Fincantieri, Poste Italiane, Sace, Enav) o in qualche modo collegate a enti locali (Aeroporto di Bologna), e gruppi privati: Fineco (controllata di Unicredit), Cerved, Rottapharm, Favini, Segafredo Zanetti, Braccialini, Ovs, le antenne di Rayway, le cartiere Fedrigoni, i portali di Italiaonline e per finire con Liu Jo, Fila e i grandi alberghi (Four Seasons) del gruppo Statuto, la società immobiliare Sorgente e il gruppo delle scommesse Sisal. In tutto, appunto, ventuno nuove matricole.
A questa lista non vengono aggiunte le tante società che si stanno quotando sull’Aim, il listino dedicato alle piccole di Piazza Affari. A trascinare le aziende verso la Borsa è la montagna di liquidità in circolazione. Che queste aziende sperano di intercettare. In campo sono soprattutto i grandi investitori esteri. Ma conviene predicare prudenza. Soprattutto per i piccoli risparmiatori, che poi in questi casi sono quelli che rischiano di restare con il cerino in mano. Lasciamo, come già in passato, un decalogo per evitare di bruciarsi di fronte all’entusiasmo da Ipo. In passato, troppe volte alcune matricole hanno lasciato i risparmiatori a bocca asciutta. Eccolo. 1) Valutare sempre se la matricola si quota in aumento di capitale (cioè con risorse destinate alla crescita) o se vengono solo cedute azioni per arricchire gli azionisti di controllo. 2) Verificare che le risorse dell’Ipo non vadano a vantaggio delle banche (per ridurne l’indebitamento), verso le quali l’azienda è esposta. 3) Controllare che le previsioni di crescita della matricola siano realistiche. 4) Valutare quale parte del fatturato viene generata in Italia e quale parte all’estero. Le matricole con il business troppo “italiano” rischiano di risentire di più della crisi. 5) Valutare la capacità dell’azienda di generare vendite nei Paesi asiatici ed emergenti. 6) Valutare quanto il settore di appartenenza sia anticiclico. 7) Verificare la credibilità del management. 8) Cercare di capire le motivazioni per i quali l’azionista ha deciso di quotare la sua azienda. 9) Studiare la storia finanziaria dell’azionista della matricola e capire quanto sia credibile. 10) Verificare che i multipli di Ipo siano a buon mercato, rispetto al settore di appartenenza.