La carta fara’ boom in Borsa? E’ la scommessa che sta provando a vincere Alessandro Fedrigoni, presidente e nipote del fondatore del gruppo veronese della carta che ha 126 anni di storia. Dopo la marcia indietro di tre anni fa, quando era tutto pronto per lo sbarco, ora la famiglia veneta sarebbe stata convinta dalle banche che e’ il momento giusto per riprovarci.
In particolare l’advisor Mediobanca avrebbe previsto scenari ottimistici: Fedrigoni secondo le indiscrezioni dovrebbe chiudere il 2013 con circa 95 milioni di margine operativo lordo (rispetto agli 88 del 2012) e secondo i consulenti potrebbe strappare una valutazione di 8-9 volta il Mol. Significa un valore di Borsa tra 760 e 850 milioni di euro. Il gruppo veronese, che produce 450 mila tonnellate di carta l’anno e ha un fatturato di oltre 800 milioni di euro, ha un business anticiclico: Fedrigoni, oltre alle attivita’ tradizionali come la carta per cataloghi, è uno dei fornitori della Banca Centrale europea per la stampa dell’euro, ma produce anche rupie, yuan fino alle carte per assegni e passaporti, grazie alle tecnologie realizzate a Fabriano dalle Cartiere Miliani, rilevate dal Poligrafico dello Stato.