Eni si separera' e cedera' la controllata Saipem? Probabilmente qualcosa si sapra' di piu' dopo meta' aprile, quando il governo di Matteo Renzi avra' fatto piu' chiarezza sulle nomine delle societa' pubbliche, tra le quali c'e' anche Eni, societa' che controlla Saipem al 43% consolidandone il debito da 4,7 miliardi di euro. Quest'ultima, uno dei leader mondiali nel settore delle estrazioni e perforazioni, e' ormai da tempo al centro di speculazioni su un possibile spin-off dalla casa madre: rumors che sono continuati nell'ultimo mese, soprattutto perche' – secondo quanto indicato in ambienti finanziari – lo stesso management (guidato da Paolo Scaroni) sembrava ormai intenzionato a prendere questa decisione.
Tanto che ormai le banche d'affari si stavano attivando per ottenere gli incarichi di una possibile cessione. Ma al momento tutto sembra congelato. Soltanto dopo meta' aprile si sapra' infatti se Paolo Scaroni restera' al suo posto, ottenendo un quarto mandato e diventando il manager pubblico piu' longevo in Italia, o se il governo fara' un'altra scelta. I bene informati spiegano che Renzi potrebbe optare per un manager gia' interno all'Eni come Leonardo Maugeri. Ma ormai dovrebbe essere questione di giorni per saperne di piu'. Di sicuro, le ultime vicende giudiziarie, con la condanna in primo grado di Scaroni e Franco Tato' a tre anni per il disastro ambientale della centrale Enel di Porto Tolle, ha reso piu' complessa la situazione. Scaroni, che presentera' ricorso, potrebbe ribaltare in secondo grado la condanna ed essere considerato totalmente entraneo ai fatti. Ma probabilmente la tempistica potrebbe non giovare alla sua riconferma alla guida di Eni. Con la conseguenza che alcune operazioni possibili di Eni, come la cessione di Saipem, restano al momento un punto interrogativo.