Putin, Erdogan, Berlusconi. Amicizia, affari e passioni comuni. Ci sono diversi fili rossi che legano in questi giorni il presidente russo Vladimir Putin e il premier turco Tayyip Erdogan: Putin è accusato dagli Stati Uniti e da tutta la comunità internazionale per l'annessione della Crimea ai danni dell'Ucraina. Erdogan, a tre giorni dalle cruciali elezioni amministrative di domenica in Turchia, ha vietato Twitter, ha spento Youtube e si è scagliato contro tutti i social network, che a suo dire sparerebbero contro il suo Governo con menzogne. Ma il filo rosso arriva fino all'Italia. Proprio Berlusconi, qualche giorno fa, è sceso in difesa dell'amico Putin sostenendo che sarebbe sbagliato cacciare la Russia dal G8.
Ma ci sono altri legami fra i tre. Nel 2009 il quotidiano turco Hurriyet, vicino all'opposizione a Erdogan, citava questo passaggio in un suo articolo. Berlusconi, Putin e Erdogan «non hanno nobili cause come i Tre Moschettieri di Alexandre Dumas», ma formano «il trio dei compagni – o camerati – della politica. Berlusconi è incapace in Italia di gestire ogni cosa nel modo che vada bene a lui, ma a differenza di Putin e Erdogan – che hanno nutrito l’informazione locale convertendola ad una sorta di ufficio stampa – lui possiede le sue televisioni e giornali».
Ma c'era anche un risvolto economico-finanziario ad accomunare i tre leader politici. Sempre nel 2009 ad Ankara, Berlusconi aveva presenziato, cercando di guadagnare punti di prestigio e di provare a risollevare la reputazione sua personale e dell’Italia, vantando un ruolo centrale della diplomazia nell’intesa energetica nell’Europa orientale, alla firma per il gasdotto South Stream tra Putin ed Erdogan: cioè il serpentone del gas da 900 chilometri, con in prima fila Eni e Gazprom, che porterà energia russa all’Europa -Italia compresa- passando dalla Turchia e dal Mar Nero.
Proprio in questi giorni il governo italiano guarda con preoccupazione all'evoluzione della crisi russo-ucraina e alle conseguenze che potrebbe avere sulla politica degli approvvigionamenti italiana ed europea, fino al punto di poter bloccare la costruzione del South Stream.
Ma c'è anche un aspetto più "ludico" che accomuna i tre leader. Nel 2003 Berlusconi era stato testimone al matrimonio del figlio di Erdogan. I quotidiani turchi avevano grandi fotografie sorridenti di Berlusconi, più grandi di quelle degli sposi, anche grazie al favore di parte della stampa turca (quella vicino ad Erdogan) verso l'ex-presidente del Consiglio. Anzi molti giornalisti turchi rinfacciavano ad Erdogan di non essere spigliato come il suo amico italiano, di esserne in qualche modo solo una brutta copia. L'anno prima lo stesso Berlusconi aveva mollato ogni suo impegno italiano per essere presente alla festa dell'amico Putin a San Pietroburgo per il sessantesimo compleanno del leader di Mosca. La foto di Putin e Berlusconi in colbacco resta negli annali.
E poi ci sono le donne. Per Berlusconi le cronache degli ultimi anni sono fin troppo ricche e note per ricitarle. Per Erdogan, invece, una donna sarebbe stata la causa della sua battaglia contro i social network. Defne Samyeli, ex Miss Turchia, sarebbe la donna protagonista di un video a luci rosse con il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, il quale si è scagliato contro la diffamazione propagandistica nel suo Paese. Ci sono poi le donne di Putin: come Alina Kabaieva, l'ex campionessa olimpica di ginnastica ritmica alla quale i gossip attribuiscono da anni una relazione e due figli con il leader del Cremlino.
Domenica, probabilmente, Erdogan rivincerà le elezioni, trionfando molto probabilmente nella zona rurale del Paese, dove i suoi slogan populisti hanno maggiore effetto, più che nelle grandi città come Istanbul. E per Putin, sulla scia del nazionalismo russo, la mossa in Ucraina sembra aver assegnato addirittura maggiori consensi. Berlusconi, malgrado la condanna subita a Milano, resta invece ancora l'ago della bilancia in grado di far tremare il governo di Matteo Renzi in Italia.