Riassetto delle torri per Atlantia. Starebbe per partire un’altra volta, dopo i tentativi degli scorsi anni, un processo di vendita delle torri di telecomunicazioni del gruppo autostradale. Secondo indiscrezioni sarebbe infatti ormai prossimo ad essere assegnato un mandato a una banca d’affari, che secondo i rumors potrebbe essere Banca Imi.
Sul piatto ci sono i 300 impianti che sono sparsi lungo tutta la rete autostradale: asset che da tempo Atlantia sta cercando di vendere. Le tlc non sono infatti il core business e all’amministratore delegato Giovanni Castellucci, già alle prese con la caduta del traffico causa recessione, non dispiacerebbe fare cassa.
Del resto sulle torri di Atlantia, che vengono valutate attorno ai 100 milioni di euro, già negli anni scorsi erano arrivate diverse offerte. A mostrare interesse erano stati in passato diversi fondi di private equity (fra i quali l’inglese Cvc, F2i e il fondo Permian della raider americana Cara Goldenberg, ex allieva di Warrenn Buffett) ma anche la Ei Towers, società che tramite Mediaset fa capo alla Fininvest. Alla finestra ci potrebbero essere anche altri gruppi industriali come Abertis ed American Tower.
Di sicuro, l’anno sarà caratterizzato da un risiko nel settore delle Tlc. Oltre alle torri di Atlantia, c’è infatti in rampa di lancio l’asta sulle torri di Telecom Italia (circa 7000 siti), che hanno una valorizzazione attorno al miliardo. Su questo processo starebbero cominciando a lavorare gli advisor Deutsche Bank e Banca Imi. Nel frattempo, anche Wind potrebbe mettere sul mercato le proprie torri, che hanno una valorizzazione di diverse centinaia di milioni di euro.