Banche fredde su Idea Fimit-Risanamento-Santa Giulia

Scadrà a fine marzo l’esclusiva di Idea Fimit sull’area di Santa Giulia a Milano di proprietà di Risanamento, ma l’operazione sembra a rischio se non verranno chiuse le negoziazioni che sarebbero in corso, da una parte, con potenziali investitori e, dall’altra, con gli istituti di credito che dovranno finanziare l’importante progetto di sviluppo immobiliare.

In realtà, sul tema (a distanza di poche settimane dalla scadenza dell’esclusiva) c’è ancora grande riservatezza. Secondo alcune indiscrezioni sarebbe stato trovato un accordo di massima tra Risanamento e Idea Fimit. L’area dovrebbe essere apportata al fondo per un valore di 713 milioni, cifra alla quale vanno sottratti i 330 milioni di debiti e i 66 milioni di costi di bonifica. Di fatto il «net asset value» del fondo sarebbe, dunque, pari a 317 milioni. Ora, secondo i rumors, di questa somma 60 milioni saranno versati equity da parte di Idea fimit e altri quattro partner tra cui il gruppo Parnasi. Ma dovrà valutare il da farsi anche De Agostini, che è l’azionista di controllo di Idea Fimit.

Secondo altre interpretazioni, al contrario, l’accordo tra gli investitori non sarebbe ancora stato formalizzato con le cifre esatte che ognuno dovrà iniettare. In questa situazione, ancora da definire, le banche sono alla finestra: 257 milioni dovranno essere versati sul progetto dagli istituti. In tutto, dunque, le banche si dovranno accollare qualcosa come 653 milioni per mandare in porto il progetto Santa Giulia: una somma enorme. Che faranno gli istituti? La prima banca coinvolta è Intesa Sanpaolo che, allo stato, non avrebbe sciolto la riserva. Ora è probabile che la scadenza di marzo venga prorogata ma, se entro 2 mesi il dossier non si chiuderà, sembra assai probabile che possa saltare.