Banco Popolare ha in corso contatti per la cessione delle maggioranza di Release, la bad bank nata dalla ristrutturazione di Banca Italease controllata per l’80%, e per la cessione di 1,5 miliardi di sofferenze.
Per Release, che ha impieghi lordi per 3,2 miliardi di euro, sono stati indentificati cinque possibili controparti che hanno manifestato l’interesse per l’operazione.
È stato già predisposto e consegnato il prospetto informativo e la banca prevede di avviare la due diligence con un numero limitato di acquirenti entro aprile.
L'operazione prevede l'acquisto da parte dell'acquirente di almeno il 51% delle quote di Release. Sulla transazione, come advisor del Banco Popolare, starebbe lavorando, secondo quanto risulta dai rumors, come advisor Equita.
In particolare, secondo indiscrezioni raccolte in ambienti finanziari, i cinque gruppi coinvolti nella procedura sarebbero quattro player stranieri e uno italiano: nella lista ci sarebbero i gruppi finanziari statunitensi Apollo, Blackstone, Fortress e l’italiana Prelios. Tra i nomi che circolano ci sarebbe poi anche quello di Cerberus, anche se sull’interesse di quest’ultimo non ci sarebbe certezza.
Un’altra operazione allo studio vede la cessione di 1,5 miliardi di non performing loan al netto dei write off per cui sono stati identificati tre soggetti con i quali sono stati sottoscritti i confidential agreement.
Si tratta di due portafogli, uno da 1,2 miliardi e l’altro da 0,3 miliardi, costituiti da crediti garantiti da garanzie reali principalmente nel Nord Italia. Questo portafoglio sarebbe stato esaminato da diversi soggetti nel passato: circolano in particolare i nomi di Deutsche Bank e dell’italiana Primus Partners. Entrambi questi due soggetti avrebbero avuto un’esclusiva a trattare, che ora sarebbe tuttavia scaduta. Quindi al momento i confidential agreement sarebbero stati firmati da tre nuovi operatori fattisi avanti nelle ultime settimane: si fanno i nomi di Fortress, Prelios e Blackstone.
La cessione di questi ultimi portafogli starebbe continuando in modo più o meno formale da oltre un anno: tuttavia, fino ad oggi, l’operazione di vendita di questi pacchetti di sofferenze non è mai andata in porto a causa della differenza esistente tra le attese di prezzo dei compratori e quelle del Banco Popolare, che avrebbe svalutato soltanto in parte questi portafogli.