Un’alleanza tra private equity per cercare di definire un’offerta per la Banca della Svizzera Italiana del gruppo Generali. Sarebbe questa, secondo indiscrezioni raccolte in ambienti finanziari, la strada che potrebbe finalmente trovare una soluzione per la controllata del Leone di Trieste che ormai da tanti mesi è sul mercato senza che nessun potenziale acquirente riesca a finalizzarne l’acquisto.
Secondo i rumors in circolazione, Cinven e Investindustrial avrebbero deciso di studiare da alleati il dossier in modo da arrivare a strutturare un’offerta comune. Le trattative sarebbero in una fase intermedia e, di sicuro, non dovrebbero arrivare a conclusione nel giro di un breve periodo. I due gruppi finanziari starebbero infatti effettuando l’analisi delle attività della Banca della Svizzera Italiana, concentrate sul private banking.
La struttura dell’operazione è stata studiata: secondo i rumors, Cinven avrebbe il controllo, mentre Investindustrial resterebbe con una minoranza pari più o meno a quella di Generali, che resterebbe dunque nell’azionariato. Per Investindustrial, nel caso in cui l’operazione dovesse andare avanti, si tratterebbe di un altro possibile investimento nel settore finanziario dopo quello nella Bpm. Proprio la società d’investimento presieduta da Andrea Bonomi ha dato l’addio all’investimento nell’istituto milanese di piazza Meda: prima dimezzando la quota detenuta in Bpm (dall’8,6% al 4,22%) e poi uscendo totalmente dal capitale.
Quindi per Investindustrial potrebbe avere un senso rifocalizzarsi sul settore finanziario, visto che in quest’area non sono più presenti investimenti nel portafoglio.
C’è, poi, da ricordare che proprio Andrea Bonomi ha di fatto chiuso l’acquisizione di Thalia, l’alternative asset management company posseduto dalla Banca della Svizzera Italiana. Tuttavia, in questo caso, a effettuare l’operazione è stata Bi-Invest, la finanziaria della famiglia Bonomi. Tuttavia proprio l’acquisto di Thalia conferma le buone relazioni intrattenute dall’imprenditore con il gruppo Generali, che hanno fatto da apripista a una successivo esame del dossier Bsi da parte di Investindustrial, anche se le due operazioni sono separate ed è stata soltanto una casualità la tempistica così ravvicinata.
Alleato di Investindustrial sarebbe il private equity inglese Cinven, che punta ad avere la quota maggiore nell’operazione. Il gruppo finanziario, che fino ad oggi in Italia si era messo in evidenza per uno dei maggiori leverage buyout degli ultimi anni (cioè l’operazione Avio, gruppo poi ceduto a General Electric), ha avuto nel suo portafoglio alcune partecipazioni nel settore finanziario, ma soprattutto in area assicurativa, mentre ora possiede quote di controllo in una società di fondi pensione britannica. Di sicuro la chiusura dell’operazione non sarà semplice per due ordini di motivi. Da una parte c’è il nodo del prezzo: c’è da considerare che, negli scorsi mesi, Generali ha ricevuto per l’elvetica Bsi offerte inferiori al valore di libro, pari a 2,3 miliardi di franchi. Sul dossier si sono affacciati il gruppo bancario spagnolo Bankinter e la portoghese Banco Espirito Santo: ma entrambe le volte le trattative si sono arenate.
L’amministratore delegato Mario Greco ha spiegato più volte di voler chiudere l’operazione soltanto al giusto prezzo. Resta da capire quanto potranno pagare dei private equity per questo asset.