Il progetto, secondo indiscrezioni, sarebbe in via di definizione e alle battute finali. Prevederebbe, secondo i rumors, la costituzione di una joint venture dove confluiranno Iren Ambiente e Unieco Ambiente, cioè i rami dei due gruppi che si occupano di smaltimento dei rifiuti.
Dall’unione delle due società dovrebbe nascere una realtà valorizzata attorno ai 100 milioni di euro e attiva nel settore dell’ambiente. Già la scorsa settimana, su alcuni media locali come la «Gazzetta di Reggio», erano state riportate alcune indiscrezioni sull’operazione in corso d’opera. Secondo i rumors Iren Ambiente, società attiva nei rifiuti e controllata dalla multiutility quotata (a propria volta partecipata dai Comuni reggiani), avrebbe dovuto acquisire Unieco Ambiente con un incasso per la cooperativa di 7 milioni di euro.
In realtà, secondo alcune fonti finanziarie coinvolte nell’operazione, il progetto prevederebbe la creazione di una joint venture nel settore dello smaltimento dei rifiuti con il conferimento delle rispettive attività.
Di recente, proprio sulla scia delle voci di cessione di Unieco Ambiente, erano nate delle polemiche: l’operazione di Iren, secondo qualche osservatore, serviva infatti a dare una mano con un’iniezione di liquidità a Unieco, cooperativa reggiana in situazione di forte difficoltà: allusione che è stata smentita la scorsa settimana in modo deciso dal presidente di Unieco, Mauro Casoli.
Unieco Ambiente del resto è un asset interessante: ha un fatturato in crescita grazie ai 108 milioni nel 2012 contro gli 86 milioni del 2011. A fare gola a Iren sarebbe anche la partecipazione di Unieco in Barricalla Spa, una delle maggiori centrali di smaltimento dei rifiuti in Italia.
Unieco è una delle storiche cooperative reggiane e uno dei big nel settore dell’edilizia con un fatturato di circa 600 milioni di euro. Nata nel 1904, Unieco nasce però ufficialmente nella sua forma attuale nel 1985 con la fusione di Ircoop e Unicoop. La società cooperativa cresce tramite acquisizioni dalla fine degli anni 90 in poi: la maggioranza del capitale di Clf (Costruzione linee ferroviarie) poi Arfer, Sifel e Lavori Ferroviari tra il 2007 e il 2010.
La coop va però in crisi negli ultimi tre anni: il fatturato passa da 652 milioni del 2011 a 594 e, nel marzo 2013 sotto la pressione finanziaria dei debiti verso i suoi 1.600 creditori, avvia la domanda di concordato preventivo “in bianco”.
Fino alla decisione della settimana scorsa, quando Unieco e Coopsette, un’altra coop emiliana, hanno votato nelle rispettive assemblee di avviare uno studio di fattibilità sulla fusione.