Qatar-Cagliari. La scadenza per formalizzare un'offerta da parte del fondo sovrano arabo per il club di Massimo Cellino era fissata nello scorso 14 febbraio. Tuttavia, a 4 giorni di distanza, nulla si sa dei misteriosi compratori del Qatar. Come è noto nei giornali sportivi era uscito, il mese scorso, che il fondo finanziario interessato al Cagliari era niente di meno che la Qatar Sport Investments, cioè il gruppo che possiede anche il Paris Saint Germain e che fa capo all'emiro Al Thani.
Una settimana fa a tenere viva la speranza di acquisto da parte del gruppo finanziario dell'emiro è stata la dichiarazione di un non meglio precisato manager della World Sports Company Qatar: Abdulrahman Al-AbdulJabbar, che ha spiegato che "la famiglia Al Thani sarebbe interessata al Cagliari". Ho fatto qualche indagine su questa World Sports Company: ha sede in Qatar (ma qui c'è solo una casella postale) e soprattutto in Olanda dove (si evince dal sito) organizzerebbe eventi sportivi. Dall'indirizzo twitter di World Sports Company, si vede qualche foto di Abdulrahman Al-AbdulJabbar che si fa fotografare con qualche personaggio dello sport. Ma desta una cerca sorpresa vedere che un simile gruppo finanziario, che fa capo all'emiro Al-Thani, ha solamente 2 follower. Insomma, questa World Sports Company Qatar sembra che non abbia proprio nulla a che fare con il fondo sovrano del Qatar. E allora chi è questo Abdulrahman Al-AbdulJabbar che qualche giorno fa si è preso la briga di sostenere che l'emiro Al Thani è interessato al Cagliari? Insomma il mistero sui fantomatici qatarini, che vorrebbero comprare il Cagliari, continua. Per ora Cellino, da quanto risulta dai giornali sportivi, avrebbe fatto un leggero dietro-front sulla cessione confidando che la trattativa sarebbe difficoltosa. Quel che resta sono i numeri. Il bilancio del Cagliari, al 30 giugno 2013, si è chiuso con una perdita al netto delle imposte di 985.459 euro, mentre al 30 giugno 2012 il bilancio mostrava un utile netto di 2.508.267 euro: perdita determinata principalmente dalla vicenda stadio, in termini di minori ricavi e di maggiori costi.