Non sono le infrastrutture, l’energia e il lusso Made in Italy a conquistare i colossi finanziari cinesi. Ora, secondo i rumors che provengono dagli addetti ai lavori del settore, Pechino sarebbe interessata a far breccia in un settore molto più «old economy»: quello alimentare, anzi nello specifico nel vino italiano.
Secondo le indiscrezioni, un gruppo cinese sarebbe infatti sul punto di conquistare un’importante azienda toscana nell’area del Brunello di Montalcino. E altri terreni e vigneti italiani sarebbero entrati nel radar di conglomerate asiatiche.
Del resto, già oggi, il mercato vitivinicolo cinese assorbe oltre il 60% di tutto il vino consumato in Asia. Proprio quest’anno c’è stato inoltre il sorpasso. In Cina si beve più vino rosso che nei due storici Paesi produttori, Francia e Italia. In Cina sono state consumate 155 milioni di casse di vino rosso (1,86 miliardi di bottiglie), contro i 150 milioni di casse dei francesi e i 141 milioni venduti in Italia. In cinque anni il tasso di crescita cinese è stato del 136% .
Fino ad oggi sul mercato del vino e dello spumante italiano si erano affacciati soprattutto investitori russi e americani.
Nel 2011 Russian Standard, uno dei più grandi gruppi integrati produttori di liquori e vini fondato dal russo Tariko Roustam, ha infatti preso il controllo di Gancia, storica azienda dello spumante. Ma ora sembra soffiare il vento di Pechino.