Per cedere il quasi 34 per cento della Fondazione Mps in Montepaschi, la strada non sembra facile e priva di ostacoli. Il problema è infatti tutto nei numeri. Chi andrà a rilevare anche soltanto una parte di quel quasi 34 per cento, dovrà poi sottoscrivere anche l'aumento di capitale per la quota di competenza.
Basta pensare che un terzo di aumento di capitale è riservato alle azioni in mano alla Fondazione. Quindi l'eventuale investitore dovrà mettere mano al portafoglio due volte anziché una sola. Per fare un esempio qualsiasi fondo o investitore interessato a diventare socio di Mps potrebbe aspettare a comprare azioni in sede di aumento di capitale (quello da 3 miliardi motivo del contendere tra Alessandro Profumo e i vertici della Fondazione). In quella sede all'investitore le azioni potrebbero costare attorno ai 5 centesimi.
Comprare direttamente dalla Fondazione, al contrario, costerà molto di più. Anche se è vero che la quota comprata avrà valore in termini strategici e quindi sarà necessario mettere sul piatto un premio. Come è già emerso dalle ultime indiscrezioni nell'ipotesi (peraltro smentite) in cui Cariplo e altre fondazioni rilevassero parte delle azioni dell'ente senese la cifra che potrebbe essere messa sul tavolo sarebbe di 14 centesimi. Sempre le indiscrezioni hanno indicato che la Fondazione Mps chiederebbe invece una cifra leggermente maggiore (il titolo oggi quota 16 centesimi). Di certo per Fondazioni come Cariplo l'investimento potrebbe essere rilevante, anche nel caso ci sia uno swap di asset. Giustificabile e approvabile da un consiglio soltanto nel caso in cui lo sforzo venga chiesto dall'alto, cioè a livello istituzionale.
Discorso diverso per tutti gli altri investitori (Aabar, Algebris e Pamplona, quest'ultimo nome anticipato dal Sole 24 Ore e da questo blog) che aspettano al varco la Fondazione. Per loro attendere non è un problema. Anzi, potrebbero diventare azionisti in sede di aumento mettendo sul piatto circa 5 centesimi ad azione.