La dichiarazione dell'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, sulla filosofia della banca sulle partecipazioni rappresenta una netta rottura con il passato per la maggiore banca italiana.
"Daremo nell'arco di un periodo di piano a 3-5 anni delle indicazioni molto chiare su tutto quello che e' il portafoglio partecipazioni che non risultera' strategico e, in questo senso, tutte le partecipazioni del gruppo risulteranno non strategiche" ha detto Messina. In un certo senso questa dichiarazione rappresenta anche un messaggio alle diverse anime della banca. In Intesa Sanpaolo l'area delle Grandi Partecipazioni (Telco, Rcs, Alitalia) per diverso tempo e' stata cruciale per l'istituto: un'area seguita storicamente dal direttore generale Gaetano Micciche'. Le Grandi Partecipazioni sono sempre stato terreno assai insidioso: sotto la gestione di Enrico Cucchiani, che ne aveva preso le deleghe, in qualche modo sono state tra le motivazioni che hanno portato il manager all'addio. E anche sotto la guida di Messina il focus resta sempre sul riassetto del portafoglio. Un primo segnale dell'inversione di tendenza, anche se molti non se ne sono accorti, c'e' gia' stato. Su Risanamento. Sulla societa' immobiliare c'e' stata una riflessione tra le diverse anime della banca. L'offerta di Luigi Zunino non dispiaceva all'area Grandi Partecipazioni, visto che di Risanamento Intesa Sanpaolo e' finanziatrice e azionista. Ma all'offerta di Zunino sarebbe invece stata contraria l'area Crediti. Cosi' alla fine i rappresentanti di Intesa Sanpaolo nel Cda di Risanamento hanno votato per l'offerta di Chelsfield. Un primo piccolo segnale che Intesa Sanpaolo, come dichiarato dall'Ad Messina, sta chiudendo con l'epoca in cui veniva mantenuta una rete di partecipazioni e, quindi, di relazioni.