Che succede alla maison Roberto Cavalli? Le indiscrezioni circolano ormai da alcuni mesi e riferiscono di un crescente interesse dei fondi di private equity per il gruppo fondato dallo stilista toscano.
Del resto, proprio venerdi il settimanale Il Mondo ha riferito di un'offerta da circa 450 milioni di euro da parte di Permira per prendere il controllo della maison. In realta', questa notizia e' stata prontamente smentita nella mattinata di venerdi' dallo stilista. Cosa succede allora, realmente, in casa Roberto Cavalli? Secondo rumors ben circostanziati per la griffe ci sarebbe interesse di gruppi finanziari (e uno di questi e' appunto Permira), tuttavia per ora un'offerta concreta non sarebbe stata ancora portata al tavolo del Cda per un motivo ben preciso. Lo stilista ha ancora in mente valutazioni troppo elevate, a detta dei fondi di private equity, per passare la mano: le valutazioni sarebbero, nel migliore dei casi, attorno ai 500 milioni, mentre Roberto Cavalli immagina per la sua creatura stime ben piu' elevate. "Se Versace vale un miliardo, posso valere di meno io?" avrebbe detto secondo i rumors a qualche collaboratore. Cosi', almeno per ora, il gruppo Roberto Cavalli va avanti in piena autonomia. La societa' ha chiuso l’esercizio 2013 con un fatturato consolidato netto pari a 201 milioni, in incremento del 9,3% rispetto all’esercizio 2012. I ricavi da vendite dirette, che rappresentano il 70% del business, hanno registrato una crescita del 7,1% nonostante un anno in cui le vendite wholesale hanno risentito della crisi del mercato Italiano (-2,7%).
La crescita dei ricavi retail nei negozi “monomarca in proprietà”, in aumento del 18,6% rispetto all’esercizio 2012 (+22% a cambi costanti), è riconducibile sia alle maggiori vendite realizzate nei negozi esistenti (+8,0%) sia all’apertura di nuove boutique, tra le quali si ricordano quelle di St Tropez, Vienna, Hong Kong e il rinnovo della boutique di Rodeo Drive a Los Angeles e l’espansione della boutique di Beijing al Peninsula Hotel.
Ai negozi monomarca in proprietà si aggiungono poi nuovi punti vendita in franchising, fra cui la boutique di Bucarest, quella di Riyadh al Kingdom Mall, la nuova boutique di Kuwait City, un secondo negozio a Istanbul nel nuovo Zorlu Center, ed i rinnovati shop-in-shops da Printemps a Parigi e Selfridges a Londra. A fine 2013 sono saliti così a 179 i negozi monomarca totali del gruppo, con una crescita netta rispetto ai 168 di fine 2012 di 11 punti vendita.
Il 2013 ha poi visto riprendere la crescita dei ricavi da licenza (+15,3%) con l’importante contributo del rilancio della linea RTW e accessori Just Cavalli, che ha registrato l’apertura del secondo flagship store nella Broadway a New York, dopo l’apertura della boutique di Milano lo scorso anno. L’Ebitda del gruppo 2013 è cosi' stimato al 11,2% dei ricavi netti.
Ma la novita' maggiore del fine settimana e' stato l'addio all'azienda dell'amministratore delegato Gianluca Brozzetti e del chief operating officer Carlo di Biagio, che hanno lasciato la guida con il completamento della gestione 2013.
L’annuncio arriva dopo circa 5 anni dalla nomina dei due manager alla guida dell’azienda, quando nella seconda metà del 2009, furono chiamati dal presidente Roberto Cavalli per dare attuazione a unprogramma di rifocalizzazione e crescita del gruppo, mediante interventi, divenuti indispensabili, dopo la crisi dei mercati post Lehman e dopo le critiche vicende di alcuni licenziatari strategici. Ora tutte le deleghe operative passeranno a Roberto Cavalli stesso e al consigliere e corporate legal affairs director, Daniele Corvasce. A questo punto, negli ambienti della moda, c'e' chi ipotizza che la societa' e' pronta per studiare l'ingresso di nuovi soci, magari nella stessa modalita' con cui sta procedendo la griffe Versace che guarda alla quotazione in Borsa nel giro di qualche anno. Ma lo stilista Roberto Cavalli e' noto per i suoi repentini cambi di strategia come e' avvenuto 5 anni fa, quando avvio' una trattativa ancora con Permira e con Clessidra, tranne poi tornare sui suoi passi. Insomma, i private equity sono avvertiti.